
Franco Ordine si sofferma sul ritorno a San Siro di Stefano Pioli. Allora era on fire, ora è in difficoltà. Ma da San Siro prova a ripartire
Ci fu un tempo, non molto lontano, in cui San Siro cantava a squarciagola “Pioli is on fire” e l’interessato, Stefano, rispondeva dalla panchina alzando le braccia a ritmo di musica oppure ballando sulla barca degli amici durante le meritate vacanze estive, scrive Franco Ordine sul Corriere Dello Sport.
A SAN SIRO. In quel tempo Stefano Pioli si lasciò apprezzare dalla comunità rossonera per la pasta dell’uomo innanzitutto e poi come tecnico a tal punto da suscitare qualche impegnativo paragone con Carlo Ancelotti che dalle parti di Milanello è considerato una sorta di padre della patria. A distanza di molti mesi, il suo ritorno a San Siro in quello stadio dove conobbe una progressione molto intrigante in quattro anni (un primo posto, due secondi posti e una semifinale di Champions League), può procurare non certo rimpianti grazie all’incipit incoraggiante della stagione firmata Max Allegri ma di sicuro dar vita a un pubblico riconoscimento per quel tempo felice ormai andato.
RICOMINCIA DA LI’. A Milano, in quello stadio, che ricomincia l’avventura di Pioli tornato sui suoi passi alla guida di una Fiorentina oggi discussa e sbertucciata per via di una classifica deprimente, e quella del Milan arrivato all’appuntamento con mezzo team fuori uso a cominciare dal belga per finire a Pulisic che è sempre stato uno dei pupilli di Pioli. E allora, dopo l’inevitabile saluto affettuoso a Stefano, sarà sfida di calcio. Siamo a metà ottobre ed è già arrivato il tempo in cui chi si ferma è già perduto. Che Stefano Pioli guardasse dal primo giorno del ritorno a Firenze al suo passato e al Milan è documentato da un piccolo episodio. Nel giorno del raduno viola rimproverò pubblicamente Allegri reo di aver dimenticato la Fiorentina nel citare le concorrenti alla zona Champions. Spiegò Stefano, ripetendo un metodo che qualche volta aveva utilizzato anche a Milanello: «Ho ritagliato quel foglio di giornale e l’ho appeso nello spogliatoio del Viola Park!». Avrebbe voluto presentarsi nella Milano rossonera con un’altra classifica e un’altra ambizione dichiarata. Sarà una spinta in più per provare a sollevarsi a un passo dal dirupo come gli accadde puntualmente proprio ai tempi del suo Milan.

Di
Redazione LaViola.it