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La Nazione – Attacco viola a due velocità: qui non segna, nelle nazionali sì

Kean e Gudmundsson - Fiorentina

In Nazionale gli attaccanti della Fiorentina segnano, in maglia viola no. Il problema è da risolvere in fretta per Pioli

C’è un attacco viola che viaggia a due velocità. Travolgente quando i protagonisti del reparto offensivo della Fiorentina indossano la maglia della Nazionale, prevedibile quando tornano nel grembo di Bagno a Ripoli, scrive La Nazione.

DICOTOMIA. È una dicotomia evidente, quasi impressionante nei numeri e nelle prestazioni. Kean, Gudmundsson e Dzeko lontano da Firenze sembrano rinascere, mentre al Viola Park tornano a essere comparse di un copione che non funziona. Le recenti uscite con le rispettive selezioni lo confermano in modo lampante. La doppietta di Gudmundsson con l’Islanda contro l’Ucraina è stato il primo squillo, la rete di Kean a Tallinn dopo appena 5’ ha fatto il resto, prima che l’infortunio lo fermasse. Anche Dzeko, con la Bosnia, a settembre non ha tradito: gol, leadership e presenza costante nel vivo dell’azione. Insomma, lontano da Firenze il talento non è scomparso. Anzi, riemerge. Quasi come se l’assenza di pressioni e, soprattutto, un sistema tattico più congeniale riuscissero a esaltarli.

NUMERI. Kean,  Gudmundsson e Dzeko hanno prodotto in tutto 3 gol con la maglia viola. Con le rispettive Nazionali, invece, il totale schizza a 10, più del triplo. Il dato diventa ancor più clamoroso se si osserva poi quella che è stata la media reti accumulata dagli attaccanti tra l’inizio della stagione e oggi: con la Fiorentina Kean viaggia alla velocità di un gol ogni 584’ mentre in azzurro il valore scende fino a 45’ (il classe 2000 ha segnato quattro volte in 178’: un automa), Gudmundsson con la sua Nazionale, tra settembre e oggi, ha potuto esultare già tre volte accumulando una media di un sigillo ogni 53’ (in viola è fermo a un centro in 407’) mentre Dzeko – quello che se la cava peggio – con la sua Bosnia ha collezionato più o meno lo stesso minutaggio totalizzato a Firenze (253’ contro i 271’ che gli ha concesso Pioli) ma ha segnato tre volte – un gol ogni 84’ – contro la sola volta in viola. Numeri che non ammettono scuse e che impongono una riflessione profonda: il problema non è il valore degli interpreti ma il contesto tecnico-tattico in cui sono inseriti quando giocano assieme. Tradotto: il malfunzionamento dell’attacco va cercato a Bagno a Ripoli, non altrove.

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