
Tra l’involuzione di Gosens e la paura di Gudmundsson, la crisi della Fiorentina passa da 5 nodi da sciogliere
Il Corriere dello Sport nella sua edizione odierna fa una lista di tutti i principali problemi che sta incontrando la Fiorentina in questo difficilissimo avvio di stagione.
STEFANO PIOLI. Eravamo convinti che l’ex allenatore del Milan scudettato avrebbe portato gioco e brillantezza con il materiale a disposizione. Il fatto è che ne siamo ancora convinti. In una situazione del genere l’esperienza è fondamentale, così come la conoscenza dell’ambiente, e questo Pioli ce l’ha, insieme al buonsenso, all’equilibrio e alla capacità di trovare soluzioni. Sarebbe un’amara sorpresa se non ci riuscisse. Peraltro Pradè, volente o nolente, è diventato il suo scudo. La contestazione investe Pradè, così come a Pisa aveva investito i giocatori. È un “bonus” che Pioli può sfruttare per iniziare la risalita con più tranquillità.
ALBERT GUDMUNDSSON. Gioca col terrore addosso. Ha paura di inventare, paura di puntare l’avversario, paura di giocare nelle zone calde del campo, paura di non soddisfare l’allenatore (che inevitabilmente domenica lo ha sostituto alla fine del primo tempo) e nemmeno i tifosi. Non riusciamo a spiegare in altro modo la sua clamorosa involuzione.
ROBIN GOSENS. La sua conferma era stata salutata dai tifosi come una bellissima notizia. E lo era. Allora. Adesso Gosens sembra un giocatore senza anima, quando invece era quello che ci metteva più anima di tutti. Può essere in ritardo di condizione.
I GOL SU CALCI DA FERMO. In campionato la Fiorentina ne ha presi 5 su 8, una media pesante. Ne possiamo togliere uno, quello su rigore contro il Napoli, poi due sono arrivati su punizione con i colpi di testa di Luperto a Cagliari e Kempf col Como; un altro su sviluppo di calcio d’angolo (Beukema col Napoli); un altro ancora su corner diretto (Cristante con la Roma). Sono tanti, troppi. La Fiorentina difende a zona in queste situazioni, ma qui va riprogrammato il sistema difensivo.
KEAN E PICCOLI INSIEME. Appena l’ex cagliaritano è arrivato al Viola Park, l’allenatore ha lanciato subito, a Torino, la coppia di centravanti puri, Kean-Piccoli, tantoché Gattuso, pochi giorni dopo, ha… rubato l’idea di Pioli e non ha esitato a schierare pure lui due centravanti di ruolo in Nazionale, Retegui con Kean. Al ct è andata bene, l’idea ha funzionato, l’intesa fra i due numeri 9 è stata immediata; a Pioli no. La coppia ha deluso a Torino, contro il Como, nel secondo tempo contro il Napoli e domenica ancora nella ripresa contro la Roma. Quest’ultima è la partita indicativa: nel primo tempo Kean era scatenato, stava giocando come un anno fa, unica punta centrale, gol da applausi e palo, uno di destro, l’altro di sinistro. Poi è entrato Piccoli (traversa) e Kean si è spento. Piccoli non è Retegui, le caratteristiche sono diverse e lo dimostra anche il dato numerico: la coppia viola è stata in campo per 229 minuti con 0 gol, la coppia azzurra (Retegui-Kean) contro l’Estonia e Israele ha giocato 16 8′ e ha segnato 6 gol (3 ciascuno).

Di
Redazione LaViola.it