
Non tira, non segna, non passa, non dribbla. Altra brutta prestazione per Albert Gudmundsson. Islandese sempre più in difficoltà.
Nel pregara era stato lui stesso ad annunciarlo: “Ora ho recuperato la condizione, oggi vedrete il vero Gudmundsson”. Peccato che, anche con la Roma, l’islandese abbia messo a referto un’altra partita ai limiti della decenza.
FIN QUI. L’ex Genoa non tira, non passa, non crea, non dribbla. In 275’ giocati in questa Serie A ha messo a referto 1 solo tiro, provando 3 volte il dribbling ma sbagliandone 2, con 8 palloni persi (2 di media a partita) e un primo tempo coi giallorossi sullo stesso livello della disastrosa prestazione col Pisa dello scorso weekend. Ok l’alibi delle problematiche fisiche, con cui ha dovuto convivere anche in questo avvio di stagione, delle difficoltà collettive di tutta la Fiorentina e di un gioco che sembra essere tornato al vecchio ‘schema’ del palla lunga da dietro per la punta (col Sigma per Piccoli, con la Roma per Kean), ma la domanda sorge ormai spontanea: Gud è questo? E’ quello che nelle 40 presenze con la Fiorentina ha fatto la differenza sì e no in 5-6 partite? Se con Palladino il feeling tecnico/tattico non era mai sbocciato, con l’arrivo di Pioli si pensava che per Gud potesse arrivare la svolta. Da subito il neo allenatore della Fiorentina ha provato a dare un’identità offensiva ai viola che passasse dai piedi e dalla fantasia dell’islandese. L’esperimento sta miseramente fallendo. Col Pisa e con la Roma Gudmundsson è stato trasparente, a tratti irritante.
FLOP. Il Gudmundsson del Genoa aveva tutt’altri numeri. In rossoblu segnava, faceva assist, dribblava, incideva e decideva. Qui non fa nulla di tutto ciò. Se il suo riscatto in estate, con sconto, era stato visto come un ottimo segnale e un’ottima operazione per la Fiorentina, tre mesi dopo siamo alle solite. Con l’aggravante che, rispetto all’anno scorso, i milioni di euro ‘buttati’ non siano più gli 8 del prestito oneroso con cui Gud era stato preso dal Genoa, ma quegli 8 più i 13 del riscatto. Non tutti, ovviamente, perché in caso di eventuale cessione qualcosa rientrerebbe, ma per quello che si sta vedendo sul campo Gudmundsson non sta valendo neanche un terzo di quei 21 milioni di euro spesi dalla Fiorentina per regalarlo a Palladino prima e a Pioli poi.
NAZIONALE. Ora, per lui, altro doppio impegno con l’Islanda. Sperando, stavolta, che torni rigenerato e non infortunato, al rientro dalla sosta servirà un altro Gudmundsson, quello vero, quello del Genoa, non certo quello che con la Roma avrebbe dovuto far vedere il suo 100%. Altrimenti si fa dura, per lui e per la Fiorentina.

Di
Gianluca Bigiotti