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Polverosi su CorSport: “Pioli, sta a te trovare una soluzione”

Il tecnico emiliano è ancora alla ricerca di un equilibrio per la sua Fiorentina. Troppe le rotazioni in tutti reparti

Doppia premessa. La prima è evidente: Stefano Pioli non ha ancora trovato un modo per trasformare una quindicina di giocatori in una squadra. La seconda rappresenta, invece, il pensiero di Alberto Polverosi sulle colonne odierne del Corriere dello Sport – Stadio: se c’è un allenatore in grado di trovare il modo per trasformare una quindicina di giocatori in una squadra, quello è Stefano Pioli. Due premesse in contrasto? Sì, lo sono. Ma Polverosi resta convinto, nonostante le notevoli e inattese difficoltà di fine estate/inizio autunno, che alla fine possa avere la meglio la seconda. Non si tratta di una fiducia a buon prezzo: la convinzione nasce dalla storia di Pioli, dal suo passato, dalla sua esperienza, dalla sua conoscenza della materia tecnica e umana e dalla sua ambizione.

CRISI. Partiamo però dalla prima parte. Il tecnico emiliano ha avuto la possibilità di iniziare la preparazione con una rosa già quasi al completo. Gli ultimi giorni di mercato l’hanno completata con l’arrivo di Lamptey, Nicolussi-Caviglia (fresco di prima convocazione in Nazionale) e Piccoli. La Fiorentina ha giocato tre amichevoli di buon livello in Inghilterra, compresa quella all’Old Trafford col Manchester United, ed è partita serenamente in Conference League col 3-0 al Polyssia, nonostante l’espulsione di Kean alla fine del primo tempo. Poi il buio.

ROTAZIONI CONTINUE. Pioli è ancora alla ricerca di un equilibrio che ancora gli sfugge, che lo ha portato a cambiare di continuo la squadra. In attacco: due punte, due punte più Gudmundsson, una prima punta e una d’appoggio (Dzeko), due centravanti di peso (Piccoli e Kean insieme), una punta e due trequartisti. A centrocampo: Fagioli regista, Mandragora centrale insieme a Nicolussi Caviglia in regia, Sohm e Ndour mezzali, Nicolussi regista fra due mezzali. In difesa, lo schema di base era a tre, ma in assenza di un sano sviluppo del gioco sugli esterni è passato alla linea a quattro contro il Como, ed è andata male, così è tornato subito al suo orientamento iniziale con tre difensori, prima ComuzzoPongracicRanieri, poi PongracicMariRanieri. Una rotazione del genere, in una squadra che fa le coppe (e che ha iniziato prima di tutte le altre con i play-off) sarebbe giusta, ma Pioli è stato spinto in quella direzione perché non ha ancora raggiunto un equilibrio che lo soddisfi.

MERCATO. C’è chi sostiene che il mercato non sia stato funzionale, ma se torniamo all’estate scorsa e pensiamo alle conferme di De Gea, Kean, Fagioli e Gosens non si ricorda da nessuna parte un moto di disappunto. Quanto ai nuovi arrivi, se valutiamo il loro rendimento nella stagione precedente non troviamo nessuno al di sotto del 6,5. Forse è giusto soffermarsi su un punto: Sohm, Viti, Fazzini ( finora il migliore dei viola) e Nicolussi Caviglia lottavano con le loro precedenti squadre per la salvezza, non per andare in Champions. Devono fare un salto nella nuova dimensione. In ogni caso, Pioli si è detto sempre soddisfatto del mercato.

SVOLTA. Presentandosi in conferenza stampa all’inizio della seconda avventura sulla panchina viola, Pioli aveva “pizzicato” Allegri, colpevole di non aver inserito la Fiorentina tra le squadre in lizza per la Champions. E qui sta la chiave della svolta. Se continua ad andar male, Stefano fallisce due volte, la valutazione della squadra e il risultato (anche come gioco) della stagione, ma questo è lui stesso a non permetterselo. Sa che Firenze freme, però non ha ancora mollato. Conosce bene l’ambiente, sa come la pensano da queste parti. Se al suo posto ci fosse stato un altro allenatore, magari con meno esperienza, e non un tecnico che questa città apprezza da tempo sia sul piano umano che professionale, il clima sarebbe stato ben diverso, molto più pesante. Tocca a lui, a Stefano Pioli, trascinare la Fiorentina fuori da questa brutta situazione. La sfida con la Roma deve segnare una svolta e portare altra fiducia. Della partita di giovedì scorso contro il modesto Sigma, guardandoci dentro con buona volontà, qualche piccola traccia positiva è rimasta. Tutta Firenze aspetta che quella traccia diventi un solco.

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