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Rassegna Stampa

Cecchi su La Nazione: “La vittoria come un’aspirina. C’è una fiammella da coltivare”

Fiorentina - Ndour, FAzzini e Pablo marì

Vittoria sofferta ma potenzialmente decisiva: “L’aspirina per i mali di stagione. La vera sconfitta sarebbe spegnere la fiamma sul nascere”

Stefano Cecchi, sulle colonne de La Nazione, riflette sul fragile equilibrio emotivo della Fiorentina, reduce da una vittoria in Conference League. Una vittoria sofferta ma potenzialmente significativa, capace – forse – di invertire la rotta di una stagione fin qui deludente. “I piccoli segnali che magari cambiano il destino? Chissà. La Fiorentina di coppa intercetta una vittoria scria scria che comunque corregge una deriva preoccupante“.

Cecchi non si fa illusioni sul valore dell’avversario: “Certo, il Sigma è sembrata davvero squadra di modeste velleità“. Tuttavia, sottolinea come nel calcio ogni vittoria possa avere un potere terapeutico: “La vittoria è l’aspirina con la quale si sanano i malanni di stagione“. Richiamando un precedente recente, l’editorialista ricorda: “Lo scorso anno di questi tempi, dopo un pari con l’Empoli esangue come un primosale, si chiedevano le dimissioni di Palladino. Invece quel punticino innescò la vittoria eroica con il Milan e, da lì, la striscia di 8 successi consecutivi“.

È a partire da questi dettagli apparentemente insignificanti che, secondo Cecchi, può rinascere qualcosa di più grande. “La speranza è che quel piccolo fuoco acceso ieri sera diventi incendio già con la Roma. E che la Fiorentina coltivi poi quella fiamma per tornare ad ardere come non ha fatto finora. Che rassegnarsi a una Fiorentina senza vampa e ignifuga, questa sì sarebbe la vera sconfitta“.

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