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I dubbi su Sohm, i problemi di Fagioli: il centrocampo è un rebus da decifrare

La continua rotazione degli interpreti a centrocampo evidenzia la difficoltà di Pioli nell’individuare titolari e alternative del reparto

Dei tanti problemi ancora irrisolti è quello sul quale la Fiorentina ha lavorato di più, fin dallo scorso mercato invernale, eppure il centrocampo resta un rebus che Pioli non ha ancora decifrato. A spiegare le prestazioni deludenti d’inizio stagione c’è una manovra che non decolla, figlia di una linea mediana che non ha ancora trovato la sua fisionomia definitiva e nella quale è la personalità la dote che più sembra mancare. Poca aggressività, ancor meno propensione a saltare l’uomo o verticalizzare, il reparto mediano della Fiorentina è il punto debole più evidente di un meccanismo che Pioli non riesce a innescare, anche perché le problematiche dei vari centrocampisti si ripercuotono su tutti i reparti.

Fin qui un aspetto sul quale il tecnico dovrà necessariamente lavorare, se non fosse che anche in società qualche riflessione dovrà allargarsi sia a quanto deciso all’inizio dell’anno, quando gli acquisti di Ndour e Fagioli avrebbero dovuto rappresentare i primi correttivi, che in estate, quando i tentativi di arrivare a profili di spessore (e muscoli) come Rios o Kessie sono risultati vani. Manovre di mercato rimaste soltanto teoriche, ma avviate anche per colpa di un adattamento di Fagioli al ruolo di regista che non ha funzionato. Il tutto mentre Ndour scivolava nelle retrovie della formazione titolare. Del gruppo degli 8 centrocampisti a disposizione per ora Pioli ha lasciato in disparte solo Sabiri e Richardson, entrambi finiti sul mercato estivo ma senza che ne seguisse una cessione, ma è proprio nella continua rotazione degli interpreti che si ravvedono le difficoltà del tecnico nell’individuare titolari e alternative.

Così mentre il rilancio di Nicolussi Caviglia nel ruolo di vertice basso ha restituito risposte contraddittorie, nemmeno i 16 milioni spesi per Sohm hanno regalato il giusto equilibrio alla squadra, visto che lo svizzero non è quasi mai riuscito a imporsi nelle 7 presenze fin qui collezionate tra campionato e playoff di Conference League. Considerato l’avanzamento di Fazzini sulla trequarti la conseguenza finale è stata che il calciatore fino ad ora più impiegato è stato quel Mandragora il cui rinnovo di contratto è stato uno dei casi dell’estate.

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