
La Fiorentina è una squadra sfiduciata, in crisi in diversi dei suoi giocatori che invece dovrebbero essere trascinatori
Come scrive Repubblica, la Fiorentina in questo inizio stagione ha cambiato moduli, giocatori, interpreti e sistemi di gioco ma non è ancora riuscita a vincere una partita, sancendo con tre punti in cinque giornate il suo peggior avvio nell’era del campionato a tre punti. E se altre volte era stato il valore degli avversari o alcune scelte discutibili di Pioli, quel che lascia il pari di Pisa è una squadra sfiduciata, in crisi in diversi dei suoi giocatori che dovrebbero essere invece trascinatori, per carisma o status tecnico, in questo momento difficile.
Gli undici scelti all’Arena Garibaldi erano i migliori schierabili ma neppure questo è servito a vincere e a sbloccarsi. Anzi, ha acuito le difficoltà di tanti calciatori, in primis Dodo e Gudmundsson, tra i più negativi. Il brasiliano è dal suo arrivo in viola ormai tre anni fa un’arma, specie nelle partite più bloccate, con i suoi uno contro uno e il suo dinamismo. Quel terzino a tutta fascia effervescente però in questo inizio di stagione è solo un ricordo. Il Dodo di adesso evapora di fronte a qualsiasi avversario, con un atteggiamento anche di irritazione verso compagni e direttore di gara che condiziona ogni sua partita, non spiegabile soltanto dalle frizioni estive con la società dettate dal mancato rinnovo e da una cessione poi non verificatasi.
Gudmundsson invece è stato più volte considerato il calciatore in grado di spostare gli equilibri tecnici della Fiorentina. Il suo riscatto in estate è stata una dei segni più del mercato ma dell’islandese visto a Genoa ancora non c’è traccia. Il disimpegno in cui interrompe un tiro a botta sicura di Gosens e l’occasione cestinata a tu per tu con Canestrelli sono le immagini di un altro pomeriggio no.
Oltre ai due esempi di Dodo e Gud la crisi investe un po’ tutti: Gosens fatica a essere l’esterno straripante, De Gea non ha offerto la consueta sicurezza — oltre ai i gol incassati in maniera evitabile con Cagliari e Como anche nella rete di Meister poi annullata non era parso esente da colpe — Nicolussi Caviglia, alla sola seconda partita da titolare, deve ancora inserirsi del tutto, Pongracic e Marì non offrono sicurezza totale in difesa, ma soprattutto Kean resta a secco di gol dopo sette partite tra campionato e Conference. Pescato due volte in fuorigioco domenica, Moise paga la voglia di trovare la rete a tutti costi, perdendo di lucidità nelle fasi più concitate.

Di
Redazione LaViola.it