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Polverosi sul CdS – Passarella, i riti di Anconetani, Agroppi e l’arbitro Pieri che andò via in elicottero

Il racconto di quanto successe a Pisa quella domenica del 1986, quando viola e nerazzurri si giocarono la vita sportiva all’ultima giornata

Racconta così quella domenica dell’86 Alberto Polverosi sul Corriere Dello Sport Stadio, sfida che all’ultima giornata di Serie A vide Pisa e Fiorentina giocarsi tutto negli ultimi 90’ di quel campionato:

PARTITA. Se la Fiorentina vince a Pisa va in Coppa Uefa, mentre i pisani devono vincere per salvarsi e sperare che il Bari vinca a Udine. Sulle panchine ci sono due ex, Vincenzo Guerini è l’allenatore del Pisa, Aldo Agroppi (che aveva portato i nerazzurri alla promozione) è l’allenatore della Fiorentina. Aldo conosce bene Anconetani e i suoi riti scaramantici. Quando la squadra arriva negli spogliatoi dice ai magazzinieri di spostare tutte le piante grasse che si trovano nello stanzone, sono lì per portare sfortuna, secondo le leggi di Romeo. Poi impedisce ai giocatori di bere dalle bottiglie di acqua che sono già nello stesso stanzone, da Firenze ha fatto portare acqua… sicura. In tribuna il clima è rovente. Pisani e fiorentini non si sono mai amati, ma stavolta più dell’antica ostilità ci sono di mezzo l’Europa e la Serie A. Per un’ora succede poco o niente, tutti aspettano notizie dalle radioline e quelle che arrivano da Udine sono sconfortanti per la squadra di casa: i friulani dopo meno di un quarto d’ora stanno già vincendo. A inizio ripresa, però, il Bari già retrocesso pareggia e allora il Pisa si scatena e va in vantaggio con Ciro Muro al 20′. Non passa nemmeno un minuto, scatto di Berti, Chiti lo butta giù in area e per il genovese Pieri è calcio di rigore. La cancellata che divide la curva degli ultrà pisani dal campo ondeggia come se fosse di plastica, i carabinieri sono schierati tutti lì, aspettano l’ondata dei tifosi imbufaliti che per fortuna, diciamo pure per miracolo, non ci sarà. Sul dischetto va Passarella, freddo come se fosse islandese anziché argentino, botta secca, uno a uno. Tre minuti dopo, dal Friuli altra mazzata per il Pisa, l’Udinese è di nuovo in vantaggio. Crolla il mondo in testa a Guerini che protesta e viene espulso. L’Arena è un girone dell’Inferno. La Fiorentina capisce che è il momento decisivo. Altro attacco di Berti, stavolta è Cavallo che lo trattiene al limite dell’area. Sul pallone si ripresenta ancora lui, Daniel Passarella, che poi negli spogliatoi racconterà: «Antognoni e Massaro volevano che mettessi la palla in mezzo, anzi, volevano tirare loro. “Ragazzi, io faccio gol”, ho detto ai miei due amici. E sono stato di parola».

PASSARELLA E PIERI. Con quella doppietta il caudillo porta la Fiorentina in Uefa e batte il record di Facchetti dei gol segnati da un difensore. Ma fa ancora di più: Daniel ha già firmato per l’Inter, in quella domenica inchiodata sullo 0-0 a Genova contro la Samp, e le due reti hanno l’effetto di spingere fuori dall’Europa la sua nuova squadra. Che riconquisterà più tardi grazie alla Roma: vincendo la Coppa Italia e andando a giocare la Coppa delle Coppe, libererà un posto proprio all’Inter. A fine partita altri incidenti. Anconetani negli spogliatoi tuona contro Agroppi e soprattutto contro Pieri che, per evitare guai, su suggerimento dei carabinieri decolla dall’Arena Garibaldi in elicottero. Guerini si assumerà tutte le colpe e lascerà il Pisa. Ma anche Agroppi, raggiunto il punto più alto della sua carriera, non ritroverà più una stagione come quella indimenticabile del 1986.

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