
Le parole del tecnico campano: “Studio e l’inglese e analizzo le partite di Serie A con il mio staff: dobbiamo tenerci pronti”
Tanti gli argomenti trattati dall’ex allenatore gigliato Raffaele Palladino nell’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Tra questi c’è quello della trasformazione di Moise Kean, trasformatosi sotto la sua guida da attaccante da 0 gol nel 2023-24 a bomber da 25 reti nel 2024-25: “Avevamo una scommessa fissata a quota 15: l’ha vinta lui. Con Moise è scoccata una scintilla, lo volevo già a Monza ed è stato il primo nome che ho fatto, insieme al dt Goretti, quando sono arrivato a Firenze“.
52 al primo anno a Monza, 65 al primo impatto con Firenze. Due traguardi di cui andare fiero, ma con una preferenza: “Resto legato al mio primo anno a Monza, ma dico i 65 a Firenze. Non avevo mai allenato in Europa e in mezzo c’è stata una rivoluzione, con 19 calciatori cambiati in due sessioni di mercato“.
Tanti ricordi dell’esperienza in Brianza, tra cui, prima di tutti, il rapporto con Adriano Galliani: “Devo molto a lui e a Berlusconi. Mi hanno permesso di allenare in Serie A. La fortuna di un tecnico è avere un grande direttore alle spalle e viceversa. Io con Galliani mi trovavo su tutto: dal lavoro quotidiano al mercato. Altrove non funzionava così…“. Dopo il suo addio, il Monza è andato incontro alla retrocessione. Adesso, Firenze non se la passa benissimo: “Porto fortuna (ride ndr). A parte gli scherzi, vedere il Monza in B mi spezza il cuore e mi auguro anche che la Fiorentina possa tornare a fare bene“.
Ma cosa fa Palladino oggi? “Studio l’inglese, vado allo stadio e con il mio staff analizzo tutte le partite di Serie A: dobbiamo tenerci pronti“. Con un occhio, appunto, sempre vigile al campionato: “Mi ha colpito Giovane del Verona. Lo volevo alla Fiorentina a gennaio, ma il club ha fatto altre scelte“.

Di
Redazione LaViola.it