
Firenze ritrova la Fiorentina, contro il Napoli sarà dura ma tutti si aspettano passi avanti. E serve la mano di Pioli per una Viola ambiziosa
Da quel Fiorentina-Bologna, 18 maggio, giorno del ritorno a Firenze di Vincenzo Italiano, a Fiorentina-Napoli, sabato 13 settembre. Praticamente quattro mesi dopo, il Franchi tornerà ad ospitare i viola. Ancora a metà con i lavori, con disagi e polemiche che arrivano di conseguenza. Ma con la capienza a metà il tutto esaurito sarà praticamente scontato. Dopo quattro trasferte di fila tra Conference, Cagliari e Torino, finalmente la Fiorentina a Firenze. Un binomio unico e inscindibile, che dovrà fare la differenza anche in questa stagione.
LA MANO DI PIOLI. Ci conta in primis Stefano Pioli. Uno che sa bene quanto coinvolgere i fiorentini sia fondamentale per avere successo con la Fiorentina. Lo ha messo in chiaro fin da subito, lui che è stato chiamato anche come sorta di garante dopo le contestazioni di maggio. Responsabilità e fiducia che l’allenatore si è preso, convinto che si possano fare ottime cose dopo quel percorso interrotto sei anni fa. Una Fiorentina diversa, questa, con una società che gli ha messo a disposizione una squadra fatta da giocatori importanti, giovani da far crescere, scommesse da vincere. Sulla carta attrezzata per far bene sui tre fronti. Ma Pioli ha lasciato l’Arabia proprio per questo: rimettersi in gioco, trascinare, regalare gioie ai tifosi. Poi sarà il campo a parlare. E proprio il tecnico è chiamato a dare quel qualcosa in più rispetto alla scorsa stagione.
PASSI AVANTI. E dopo un inizio di stagione che ha visto i viola sì centrare la qualificazione al girone di Conference (con qualche brivido al ritorno col Polissya), ma raccogliere solo due punti nelle prime due gare di campionato, la sosta deve servire per mettere a posto alcune cose dal punto di vista delle conoscenze, della tattica, dei principi di gioco. Cagliari e Torino hanno detto che di lavoro da fare ce n’è tanto, che ci sono degli ottimi punti di riferimento (De Gea, Gosens, Dodo, Kean) ma anche tanti movimenti e tante conoscenze da affinare. C’è una base importante di giocatori rimasti dallo scorso anno, ma anche nuovi interessanti da scoprire. E da inserire. C’è da tirare fuori il massimo da Gudmundsson, da far brillare un talentino come Fazzini, da far segnare un centravanti in ascesa come Piccoli, soprattutto da trovare equilibri e distanze tra difesa e un centrocampo rinnovato. Nicolussi Caviglia, Sohm, il ‘nuovo’ Fagioli. E anche Dzeko darà una grande mano, al di là di una condizione al momento non brillante.
CONTRO I MIGLIORI. Pioli ha lavorato con chi è rimasto al Viola Park su principi e movimenti di gioco, saranno settimane importanti prima di iniziare a giocare ogni tre giorni. Ma intanto all’orizzonte c’è il Napoli, la squadra più forte d’Italia che si è ulteriormente rinforzata in estate. Appuntamento d’esodio a Firenze per i viola, ma anche gara in cui dimostrare che le ambizioni confidate in estate non sono solo sulla carta. Sarà complicatissima contro De Bruyne e compagni, ma dal punto di vista della prestazione Firenze si aspetta un passo avanti rispetto alle prime gare. Lo scorso anno la squadra di Conte fu l’unica big a non essere battuta dalla Viola di Palladino, la sfida di sabato rappresenta però un importante momento di possibile svolta per Pioli. Archiviate le Nazionali sarà tempo di fare sul serio. Per capire a che punto può essere la nuova Fiorentina.

Di
Marco Pecorini