
Per la quarta volta consecutiva, i viola affronteranno il turno preliminare di Conference. Un impegno non banale, come suggeriscono i precedenti
Inizia domani la campagna europea della Fiorentina. Prende il via da Presov (Slovacchia), dove ad attendere i viola ci saranno gli ucraini del Polissya, per la partita valida per l’andata dei playoff di Conference League. I ragazzi di Pioli puntano a ipotecare il pass per la league phase già domani. Un obiettivo alla portata, ma non scontato. A maggior ragione se facciamo un salto indietro nel tempo e torniamo con la memoria ai tre recenti precedenti nella fase preliminare della terza coppa europea.
L’INFERNO DI ENSCHEDE. Il difficile rapporto tra la Fiorentina e i playoff di Conference ha inizio nell’agosto 2022. È la seconda stagione sotto la guida di Vincenzo Italiano, la prima in Europa dopo più di cinque anni. Il sorteggio non è dei migliori: i viola pescano gli olandesi del Twente. L’andata al Franchi inizia nel migliore dei modi: 2’ sul cronometro e Biraghi trova la testa di Nico Gonzalez per il vantaggio. Quando Cabral raddoppia al 31’, la pratica sembra quasi chiusa. Nel secondo tempo, però, il ceco Cerny approfitta di una grave disattenzione della retroguardia gigliata, fissa il punteggio sul 2-1 e rimanda il discorso qualificazione alla gara di ritorno. Gara per la quale la Fiorentina è attesa nel bollente De Grolsch Veste. Ron Jans, tecnico degli olandesi, avvisa: “Sarà come l’Inferno di Dante”. E a ben vedere, la banda di Italiano dovrà davvero patire le pene dell’Inferno per tornare in patria con l’accesso alla fase a gironi in valigia. 90’ di pura sofferenza, reti inviolate e un autentico miracolo di Terracciano (è quello il giorno in cui diventò ‘San Pietro’) a salvare i viola a tempo praticamente scaduto. Missione compiuta e inizio di un lungo cammino che si interromperà solo sul più bello. Nella maledetta notte di Praga, la coppa la alzerà il West Ham.
UN AVVERSARIO CHE IL VIOLA LO CONOSCE BENE. Un anno dopo, neanche il tempo di leccarsi le ferite lasciate da due finali perse che la Viola ricomincia dalla casella di partenza. Di nuovo i playoff di Conference, di nuovo un avversario non facile. È la volta degli austriaci del Rapid Vienna. Per i biancoverdi il viola è come il rosso per un toro: vedere sulle maglie dei ragazzi di Italiano lo stesso colore degli arcinemici dell’Austria Vienna riscalda non poco l’ambiente. L’andata si gioca all’Allianz Stadion, nella capitale austriaca. Una Fiorentina in netto ritardo di condizione rispetto allo sfidante viene punita da un calcio di rigore di Marco Grull. Vani gli sforzi del secondo tempo: al ritorno servirà una rimonta. E il ribaltone arriva: al Franchi il Rapid parte fortissimo, i gigliati reggono l’urto e aspettano il momento giusto. Nico pareggia i conti di rapina al 59’, per poi realizzare il penalty del sorpasso all’ultimo respiro. Un altro sospiro di sollievo, un altro lungo cammino europeo e un’altra finale persa: stavolta è l’Olympiakos ad alzare il trofeo verso il cielo di Atene.
TUTT’ALTRO CHE UNA PASSEGGIATA. Terzo giro di giostra nel 2024. Stavolta l’avversario è, sulla carta, ben più abbordabile. L’urna accoppia la nuova Fiorentina di Raffaele Palladino agli ungheresi della Puskas Akademia. Alla vigilia, il doppio impegno sembra una formalità. Bastano però soli 12 minuti per capire che sarà tutt’altro che una passeggiata. Al Franchi, gli ungheresi vanno subito in vantaggio di due gol. Due gravi errori di Kayode provocano prima il fallo del rigore trasformato da Nagy, poi la rete del raddoppio di Soisalo. Gli uomini di Palladino non demordono, si rimboccano le maniche e ribaltano il risultato. Segnano Sottil allo scadere del primo tempo, Quarta e Kean nella ripresa. Il pericolo sembra scampato, fino a quando Golla colpisce di testa a centro area, pareggia di nuovo i conti e condanna la Viola all’ennesimo ritorno di fuoco. E infatti, anche alla Pancho Arena di Felcsut sarà battaglia: i gigliati passano in vantaggio con Kean, vengono raggiunti a tempo scaduto da un altro penalty di Nagy e rimangono addirittura in nove uomini (espulsioni di Ranieri e Comuzzo). Serviranno due tempi supplementari di agonia e la lotteria dal dischetto per centrare la terza qualificazione consecutiva alla fase campionato. Anche questa volta i viola si spingeranno avanti fino a maggio, fermandosi però in semifinale. Il Betis sbanca il Franchi ai supplementari e vola a Breslavia, dove perderà la finale contro il Chelsea.
ADESSO I LUPI UCRAINI. Sotto con il Polissya, dunque. Un altro avversario agevole, ma sempre sulla carta. Se la Fiorentina vorrà assicurarsi la qualificazione, evitando i patemi dei passati mesi di agosto, dovrà fare tesoro delle precedenti esperienze. Le insidie del playoff sono ormai ben note: le avversarie ci arrivano più avanti nella preparazione (spesso hanno già disputato diverse partite di campionato), il mercato è aperto e la rosa è spesso ancora distante dall’essere completata. È così che anche compagini all’apparenza innocue possono mettere in seria difficoltà una squadra del blasone della Viola. Quel che è certo è che l’ambiente non rappresenterà un grande ostacolo. I lupi gialloverdi, a causa del conflitto bellico in corso nel loro paese, giocheranno a 700 km di distanza dalla loro tana. Le poco capienti tribune del Tatran Stadion di Presov saranno principalmente occupate dalla gente del posto (oltre che da 350 tifosi ospiti). L’atmosfera non sarà quella di Enschede o di Vienna. I gigliati hanno inoltre accumulato negli ultimi anni un’esperienza europea che dovrebbe tenere alla larga da certi tremori di gambe. Servirà concentrazione e personalità, per far valere i favori del pronostico ed evitare brutti scherzi.

Di
Neri Sangregorio