
Le dichiarazioni esclusive dell’ex centrocampista della Fiorentina: “Tutto quello che si è letto non è vero, era molto più facile assecondare i rumors attorno a me”
Marco Benassi, ex calciatore tra le altre di Fiorentina, Torino e Inter, ha parlato in esclusiva a LaViola.it rispetto al ritorno di mister Stefano Pioli e al suo addio al calcio giocato. Autore di 106 presenze in maglia viola tra tutte le competizioni, lo ritroviamo oggi al Viola Park con una nuova veste: secondo allenatore nella formazione U18 della Fiorentina.
Partiamo dall’attualità in casa viola. L’arrivo di Stefano Pioli segna un ritorno al passato per la Fiorentina, che ritrova l’allenatore parmense. Che effetto le fa vederlo nuovamente col giglio sul petto?
“Con mister Pioli ho avuto trascorsi importanti. Sono sincero: quando ho letto dell’ufficialità gli ho scritto subito e ci siamo sentiti. Ho mantenuto nel tempo il rapporto con lui, ci siamo sempre sentiti, come del resto abbiamo fatto con tutti i giocatori appartenenti a quel gruppo segnato dalla tragedia della scomparsa di Davide Astori. È un legame destinato a perdurare nel tempo”.
Lei ha lavorato con Pioli dal 2017 al 2019. Com’è nel quotidiano? Quali sono i suoi punti di forza, anche nella gestione dello spogliatoio?
“Non so quante altre persone avrebbero saputo gestire lo spogliatoio dopo quanto accaduto quel 4 marzo 2018. So quanto soffrisse in quei giorni, Davide era un punto di riferimento per noi, ma cercò comunque di stimolarci ad andare avanti. La sua forza fu proprio quella di non lasciar trasparire il suo dolore, ma anzi di spronarci a tirar fuori buone prestazioni sul campo. Credo che sia veramente un fenomeno sotto il punto di vista della gestione dello spogliatoio. Per quanto concerne la parte tecnico-tattica posso dire che il mister studia e si aggiorna continuamente. Durante gli allenamenti chiede un’intensità incredibile, ed è quello che poi vediamo sul campo nelle partite”.
Per raggiungere grandi traguardi serve anche un ambiente all’altezza. Sotto la guida del presidente Commisso è arrivato il Viola Park: da ex calciatore, come giudica questo investimento nell’ecosistema viola?
“Gli investimenti in infrastrutture sono fondamentali per crescere. Ho visto e vissuto il Viola Park, anche da secondo allenatore dell’U18, e posso dire che il presidente Commisso ha fatto qualcosa di straordinario, consentendo ai giovani di osservare da vicino i calciatori più grandi nella loro quotidianità e creando una ‘maxi famiglia’. Anche il Franchi è fondamentale. Ho avuto il privilegio di giocarci e la carica che ti trasmette quando è pieno è un qualcosa di indescrivibile, spero che i lavori di restyling finiscano presto perché il supporto del pubblico di Firenze è fondamentale”.
Il suo ritiro dal calcio è avvenuto in maniera piuttosto silenziosa. Oltre agli infortuni, ci furono anche offerte dall’estero che alla fine decise di non accettare: è andata davvero così? E come descriverebbe quel percorso?
“Le cose sono andate così. Ho rescisso, di comune accordo, con la Fiorentina due estati fa, poi offerte davvero concrete non ne sono mai arrivate. Tutto quello che si è letto non è vero. Ho continuato ad allenarmi per un anno e mezzo al Viola Park, e per questo ringrazierò sempre la Fiorentina, proponendomi in prova a molte squadre. Credo che siano state messe in giro voci sbagliate sul mio stato fisico: mi ero fatto male al polpaccio, ma avevo 26 anni e dopo quell’infortunio ho giocato 6 mesi alla Cremonese totalizzando 17 partite su 19. Qualsiasi Direttore Sportivo o addetto ai lavori poteva verificare la realtà dei fatti, osservando le statistiche veritiere, ma probabilmente era molto più facile assecondare i rumors che si erano creati attorno a me. Da quando ho rescisso non ho più avuto offerte. Ripeto: non ho chiesto soldi a nessuno, chiedevo semplicemente un’occasione per essere valutato. A febbraio 2025 avevo perfino accettato la Serie C, l’importante per me era giocare, ma all’ultimo saltò tutto. A quel punto ho deciso di smettere, anche se non pensavo che sarebbe finita così. Contestualmente mi è stata data la possibilità di intraprendere un percorso nel calcio giovanile, cosa che mi ha reso molto felice e soddisfatto. Questa stagione farò il secondo allenatore con l’U18 viola, credo che sia la strada giusta”.
Benassi e il futuro: è nella lista degli ammessi al corso UEFA B. Quale sogno coltiva il Marco di oggi?
“Venerdì scorso ho terminato il modulo del corso in presenza, a settembre ci saranno lezioni online propedeutiche all’esame di fine ottobre. Sogno? Dopo il mio ritiro vivo giorno per giorno, non si smette mai di imparare. Oggi valuto tappa dopo tappa, il percorso da allenatore è ben diverso da quello del calciatore. Non voglio aver fretta, voglio imparare il più possibile”.
Nonostante l’addio al calcio giocato, il legame con Firenze sembra essere rimasto forte. Che rapporto ha oggi con la città e cosa rappresenta per lei?
“C’è una parola molto semplice che reputo perfetta per definire il mio rapporto con Firenze: casa. Ho quattro figli, e con la mia famiglia abbiamo deciso di comprare casa per vivere la nostra vita qui. I tifosi, anche oggi, mi fermano per strada e mi trasmettono il loro amore, in un certo senso è come se fossi nato e cresciuto in questa città”.

Di
Francesco Massimo Ascione