
Il nuovo centrocampista del Las Palmas, in prestito dalla Fiorentina, elogia il gioco spagnolo e racconta le sue prime impressioni: “Era il mio sogno da bambino”
Lorenzo Amatucci è stato presentato quest’oggi presso la Ciudad Deportiva del Las Palmas, dichiarandosi convinto che “i giovani talenti hanno possibilità concrete nel calcio spagnolo. C’è meno timore nel far giocare calciatori più giovani. È un’opportunità anche per me, e ho notato che ragazzi della mia età rappresentano un valore aggiunto per le squadre“.
Luis Helguera, ex giocatore anche della Fiorentina e oggi dirigente del club canario, ha descritto il centrocampista – che ha lasciato i viola in prestito con diritto di riscatto – come “un giocatore duttile, perfettamente in grado di inserirsi nel nostro stile di gioco. Può ricoprire diversi ruoli: da mediano, mezzala, regista. Ha già avuto esperienze in contesti simili a quello che troverà qui alla UD Las Palmas“.
PRIME SENSAZIONI. Parlando dei suoi primi giorni in Spagna, il giocatore in prestito dalla Fiorentina ha detto: “Posso contribuire con equilibrio, intensità e controllo dei tempi di gioco“. Ha anche aggiunto: “Sono davvero contento di aver disputato la mia prima amichevole stagionale. Non giocavo da mesi e, nonostante abbia svolto solo due allenamenti, credo sia andata piuttosto bene“.
SCELTA DEL CLUB. “Ci sono due ragioni principali che mi hanno portato a scegliere il Las Palmas. Da bambino ho sempre desiderato giocare in Spagna. Inoltre, per un centrocampista, il calcio spagnolo è il contesto ideale per crescere: il gioco passa dal centrocampo. Las Palmas ha una storia ricca e importante. Ho parlato con una persona che ha militato in questa squadra e mi ha raccontato quanto si viva bene sull’isola, della passione dei tifosi e dell’organizzazione del club”.
DIFFERENZE TRA I CAMPIONATI. Sulle differenze tra i due stili di gioco, ha sottolineato: “Ci sono molte distinzioni tra il calcio italiano e quello spagnolo, soprattutto se si guarda alla Serie B, dove ho giocato finora. In Spagna si predilige il possesso palla e il gioco rasoterra, che è quello che preferisco. In Italia il ritmo è più basso, il calcio è più fisico e diretto. Non vale per tutti i club, ma tendenzialmente è così“.
MODELLI DI RIFERIMENTO. “Il mio punto di riferimento è sempre stato Xavi Hernández. Lo considero il miglior centrocampista di sempre. Insieme a lui anche Verratti, che ammiro moltissimo. Entrambi hanno un’enorme personalità e non temono di gestire il pallone in qualsiasi situazione. Io sono più difensivo adesso, ma quando li guardo resto senza parole“.
RAPPORTO CON L’ALLENATORE. “Ho scambiato qualche parola con l’allenatore. È una persona molto motivata, sempre positiva, e vuole proporre un gioco propositivo. Mi ha detto di non avere fretta e di prendermi il tempo per adattarmi, anche se io voglio farlo il prima possibile“.
COMPAGNI E IMPRESSIONI. “Mi ha colpito molto Jonathan Viera per la sua qualità. Ma anche Barcia e Mika Mármol mi hanno impressionato: sono difensori con carattere e tecnica. Con chi ho parlato di più è stato Enzo Loiodice, che mi ha spiegato come funziona tutto qui, dall’ambiente del club alla vita sull’isola“.
ACCOGLIENZA E AMBIENTE. “Giocare con calciatori come Jonathan e Jesé è un onore. Mi avevano già parlato molto bene della città e dell’isola. L’ambiente qui è piacevole: i tifosi sono appassionati ma rispettosi. Finora ho ricevuto solo parole gentili“.

Di
Redazione LaViola.it