
La chat degli ex compagni alla Fiorentina e il dolore che attraversa Firenze in un pomeriggio di metà luglio. Scosso anche Pioli
«E’ morto Celeste». «Ma dai non fare il bischero». «No, è tutto vero». L’incredulità prima del dolore, rimbalza nella chat degli ex viola. Il ‘quasi’ scudetto di quella Fiorentina aveva cementato rapporti unici. E legato in modo indissolubile Celeste Pin a tutti gli altri attorno a qualcosa di eroico, sportivamente parlando, scrive La Nazione.
IL CAPITANO. Notizia che ha trasformato una calda giornata di luglio in una tragedia immane che si è abbattuta su tutto il mondo viola e non solo. Giancarlo Antognoni era il Capitano di quella squadra: «Celeste per noi era il ragazzo che tutti volevano starci insieme per la simpatia e la bontà che aveva , una tragedia che investe tutti quanti noi dell’82». Non riesce a dire altro, perché la commozione lo travolge e i pensieri corrono veloci ai momenti belli, vissuti in campo e fuori.
‘NON CI SIAMO ACCORTI’. Ciccio Graziani, un altro degli eroi di quella squadra straordinaria e ’sfortunata’ proprio non vuole crederci e alla fine si arrende ai ricordi che lo travolgono, riportandolo ai tempi della tragedia di Agostino Di Bartolomei. «Con Celeste ho sempre avuto un ottimo rapporto. Per un periodo ci siamo persi ma ogni volta che ci vedevamo era come se il tempo si fosse fermato». E lui si ferma con la macchina al bordo della strada, per fare i conti con la rabbia che lo assale e a modo suo sbotta: «Quando lo rivedrà in Paradiso, prima gli darà un calcio nel sedere e poi lo abbraccerà. ’Ci potevi dire qualcosa che lo avremmo risolto insieme’. Sì gli dirò proprio così». Non ha lacrime, ma il tono cambia: «Una sconfitta per tutti che non ci siamo accorti, ma è difficile capire ecco perchè mi fa proprio incazzare…. Ho un giramento che non puoi capire. La vicenda dello scudetto ’mancato’ ci ha legati sempre di più. E poi lui, così dolce, educato…».
VENETI. Impossibile non voler bene a una persona così, buona e sensibile, mai fuori dalle righe, ma di grande compagnia, trasformava le rimpatriate tra ex sempre piacevoli. Come quella vissuta insieme a Renato Buso. Lui apparteneva a un’altra Fiorentina, ugualmente ferita sempre dalla stessa… mano. Quella che tolse nella doppia finale di Coppa Uefa un trofeo che i viola avrebbero meritato. E che, in panchina, aveva proprio Ciccio Graziani. «Eravamo stati di recente ospiti di un club viola. Una serata indimenticabile». Come indimenticabile il periodo difficile del Covid che da fratelli lui e Celeste avevano passato insieme. Come insieme si erano divertiti a raccontare in un libro l’avventura di ’Due veneti a Firenze’. «Mi tengo stretto i tanti ricordi. Ancora non riesco a credere di non poterlo più chiamare. E’ una tragedia enorme».
PIOLI. Prima dell’allenamento di ieri al Viola Park la Fiorentina, ha voluto rendere omaggio con un minuto di raccoglimento e particolarmente colpito è apparso il tecnico Stefano Pioli, suo compagno in viola dall’89 al ’91.

Di
Redazione LaViola.it