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Ferrara su Nazione: “Kean come il calendario dell’avvento. Ogni mattina un tifoso si alza e…”

L’attesa di Firenze e della Fiorentina per il futuro di Moise, ancora 10 giorni di passione. L’Al-Qadsiah? Palmares in stile Frosinone, ma è ambizioso

Un po’ come il calendario dell’avvento. Assolutamente laico, in questo caso, sia chiaro. Però luglio è cominciato proprio così, come quando a dicembre inizi a contare i giorni per arrivare a Natale. Un countdown che in questo caso ha come meta il giorno quindici, l’ultimo possibile per sfruttare la famosissima clausola rescissoria che permette a chiunque non abbia problemi contabili a tirare fuori cash in un’unica soluzione, esattamente 52 milioni in cambio di uno scontrino. Stiamo parlando di Kean, naturalmente, scrive Benedetto Ferrara su La Nazione.

ATTESA. Questa infinita vicenda di mercato, come spesso accade, racconta chi siamo, perché anche questo è il calcio: uno specchio della nostra anima o, se preferite, del nostro carattere. Ogni mattina il tifoso si alza e controlla lo smartphone per cercare una risposta alla domanda che si porta dietro da giorni: si sarà fatto vivo qualcuno per Moise? Chi controlla con ansia compulsiva, chi con la calcolatrice in mano soffiando davanti al caffè una cosa del tipo “Mah, per quindici milioni all’anno io andrei di corsa in Arabia… ma anche per 150 mila, pensandoci bene”, chi è sicuro che Kean resterà perché se Kean va in Arabia rischia di perdere il posto in Nazionale, come se la Nazionale fosse piena di bomber e fosse sicura di andare ai mondiali. E poi i pessimisti, quelli che in confronto Giacomo Leopardi faceva l’animatore al villaggio Valtur di Recanati (vedi poesia “Il sabato del…”) e gli ottimisti sensitivi, secondo i quali a sensazione resterà a Firenze.

ARABI E NON SOLO. Sicuramente in molti si saranno informati su cos’è l’Al-Qadsiah, e anche Kean probabilmente avrà dato un occhio per scoprire che la squadra che lo desidera gioca a Khobar, città costiera di 400 mila abitanti. Il palmares ricorda quello del Frosinone ma l’ambizione evidentemente c’è. Detto questo viene da pensare che se esiste una minaccia reale questa potrebbe artivare dalla Premier. Vabbè, intanto ogni giorno che passa senza una telefonata è un giorno guadagnato. Attenzione però al Napoli. Vedremo.

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