
Rendimento top per Mandragora. A questi livelli nelle due precedenti stagioni in viola mai era salito, e per dirla tutta mai in carriera.
Tenendo fuori purtroppo Edoardo Bove dal discorso per i motivi noti, in estate sono stati inseriti Adli, Cataldi e Richardson, poi a gennaio subito Folorunsho, quindi Fagioli e Ndour, ma il sovrano del centrocampo della Fiorentina si chiama Rolando Mandragora, scrive il Corriere Dello Sport.
A questi livelli nelle due precedenti stagioni in viola mai era salito, e per dirla tutta mai in carriera. Imprescindibile nelle due fasi principali del gioco e se la fase di interdizione nel lavoro cosiddetto oscuro era nelle aspettative perché nelle corde del calciatore, quella di regista e rifinitore, ma anche finalizzatore, lo era molto meno: “colpa” magari di un giudizio un po’ superficiale, ma colpa soprattutto del rendimento negli anni senza picchi di qualità e soprattutto di continuità. Tutto spazzato via da questa stagione super con picco assoluto – a proposito – nelle ultime settimane: non a caso quelle del rilancio viola.
Gol al Panathinaikos, gol alla Juventus, prestazione illuminata e illuminante contro l’Atalanta. E tre vittorie della Fiorentina, che senza sarebbe stato un problema. Per la Fiorentina, ovvio. Adesso per Mandragora parlano definitivamente i numeri che trasformano la soggettività in oggettività, il ritratto in fotografia dai contorni delineati: 21 presenze, 2 reti e 2 assist in campionato; 9 presenze, 3 reti e 1 assist in Conference League. La crescita personale di Mandragora, fino all’affermazione definitiva, è arrivata quando il tecnico viola ha riproposto il 3-5-2 e garantito due esterni a supporto del centrocampo a tre che esalta le sue (di Mandragora) caratteristiche. E ora è imprescindibile.

Di
Redazione LaViola.it