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Editoriali

È forse questa la Fiorentina che aveva in mente dall’inizio Palladino?

Palladino - Fiorentina

La versione della squadra viola vista nelle ultime tre uscite è forse la più vicina a ciò che aveva in mente il tecnico dal principio. Ora però serve confermarsi

Dopo le due vittorie in una settimana (con Panathinaikos e Juventus) che hanno risollevato le sorti di una stagione che sembrava stesse andando spengnendosi, al rientro dalla sosta è arrivata l’importantissima conferma contro l’Atalanta: la Fiorentina è tornata. Giusto in tempo per una volata europea di lusso, piena zeppa di squadre. Dall’Atalanta al Milan, dal terzo posto in classifica al nono, 7 squadre in 11 punti. Otto partite da giocare. Niente è ancora certo. In mezzo la Conference League, con i quarti contro l’abbordabile Celje che potrebbero regalare un’altra semifinale europea. La squadra di Palladino è pronta a ballare fino in fondo.

D’altra parte, nelle ultime tre partite la Fiorentina ha dato segnali molto incoraggianti. Non solo nei risultati, ma anche nelle prestazioni. Il 3-5-2 adottato a partire dalla sfida col Lecce è il “vestito più comodo” per questa squadra, come ammesso dallo stesso Palladino. Infatti, gli permette di schierare un centrocampo a tre, che sta esaltando gli interpreti: Fagioli, Cataldi e soprattutto Mandragora, impronosticabile protagonista di questo periodo positivo grazie alle sue grandi prestazioni da mezzala di inserimento che recupera anche un’enrome quantità di palloni. La difesa a tre, che a inizio stagione sembrava indigeribile da questa squadra, ora è stata assorbita molto bene, grazie anche all’inserimento dell’esperto Pablo Marì nella posizione di centrale.

Gosens è tornato a fare l’esterno a tutta fascia, ruolo che lo agevola nettamente, mentre Dodo non ha alcun problema a spostarsi da terzino di difesa ad esterno di centrocampo. Là davanti, anche Gudmundsson gode della maggiore libertà che il sistema di gioco gli offre. E lo stesso sembra valere anche per Beltran quando subentra. Per quanto riguarda Kean, francamente in questa stagione farebbe meraviglie in qualsiasi sistema di gioco, ma l’attacco a due sembra esaltare ulteriormente la sua capacità di svariare per tutto il fronte d’attacco.

Più che il sistema di gioco, però, è l’atteggiamento che ha aiutato Moise e tutto il resto della squadra. La pressione offensiva che abbiamo visto a partire dal secondo tempo col Napoli, l’aggressività mostrata Fiorentina, è la vera svolta di questa nuova rinascita viola. Lo ammette lo stesso Palladino. La mia idea di gioco è sempre stata questaha affermato il tecnico gigliato dopo la vittoria con l’Atalanta –. Anche a Monza andavo a prendere le squadre in avanti. Quando abbiamo cambiato sistema di gioco abbiamo deciso di coprire più lo spazio perché la squadra si sentiva meglio. Pablo Marì è abituato ad accettare i duelli, Marin e Luca si stanno abituando. Il discorso è anche fisico, per andare così avanti bisogna stare bene”.

Insomma, forse è questa la Fiorentina che Palladino aveva in mente fino al primo giorno, quella delle ultime tre partite. Quella delle 8 vittorie consecutive era una squadra diversa, molto attenta in fase difensiva – caratteristica che resta imprescindibile per l’allenatore campano – ma spesso passiva, pronta a sfruttare le ripartenze. Cosa che la Fiorentina fa anche oggi, ma alternando questo atteggiamento a una pressione in avanti che sta esaltando le caratteristiche dei suoi giocatori a centrocampo e in difesa. Abbiamo trovato la soluzione di andare con coraggio alti, quando siamo posizionati bene, e questo dà fastidio – ha spiegato Pongracic –. Quando qualcuno ti pressa hai più problemi. Quando siamo posizionati peggio stiamo invece bassi”.

Ovviamente, tre buone partite non sono un campione sufficiente per essere certi che ormai la Fiorentina sia un’altra squadra rispetto a quella timida e balbuziente vista da dicembre a febbraio. Il Milan è il prossimo grande esame. Un’altra big, con un organico di primissimo livello, capace di mettere paura a chiunque. Anche i rossoneri, però, stanno vivendo una stagione molto difficile, e puntano tutto sulla Coppa Italia (stasera il derby in semifinale con l’Inter). Per estrometterli del tutto dalla lotta per le posizioni europee, la Fiorentina deve fare l’impresa e andare a vincere anche a San Siro. Ma ancor più del risultato, che comunque è importantissimo visto che siamo ad aprile, sarà fondamentale dare continuità sotto l’aspetto della prestazione. Se la prestazione sarà positiva, toccherà al Milan giocare una grande partita per cercare di imporsi. E non è detto che basti. Ma se anche il risultato non fosse positivo, dando continuità di prestazione al Meazza la Fiorentina si confermerebbe, rilanciandosi per il finale di stagione ricco di impegni. Un finale che può ancora regalare qualcosa di grande. Chi l’avrebbe detto, fino a poche settimane fa.

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