
Pazza Fiorentina: passa da momenti esaltanti a crisi di risultati. La squadra è diversa, ora Palladino deve cambiare qualcosa. Ancora una volta senza Gudmundsson
Prosegue il campionato sulle montagne russe della Fiorentina. Guardando alla sola Serie A, partenza con 3 punti nelle prime 4, poi la svolta con 9 vittorie (di cui 8 di fila) e un pareggio. Da dicembre la crisi, con 2 punti in 6 partite, poi la riscossa con le tre vittorie di fila. Domenica, però, è arrivata la seconda sconfitta consecutiva contro il Como.
Difficile capirci qualcosa nell’andamento a singhiozzo di questa squadra. Di certo, la Fiorentina di Palladino per fare punti ha bisogno di mostrare una grande solidità in fase difensiva. Ma questo non può bastare. L’assenza di Kean col Como ha tolto ai viola l’arma della palla alta per uscire dal pressing avversario. Scavalcare il centrocampo e andare direttamente dalla punta. Qui si sono visti tutte le criticità della fase offensiva viola senza il proprio centravanti: la squadra, messa in difficoltà dall’aggressività dei lariani, nel primo empo ha comunque cercato la palla alta verso il centravanti, che però era Zaniolo, dal quale non si poteva pretendere che riuscisse in un lavoro da ‘9’ navigato. Nella ripresa si è provato a cambiare qualcosa, anche in termini di atteggiamento, ma con scarsissimi risultati.
Intendiamoci: qualunque squadra avrebbe sofferto l’assenza di questo Kean. Ma la Fiorentina vista col Como ha dato l’impressione che la straordinaria stagione dell’ex Juve abbia nascosto più volte sotto il tappeto i limiti della manovra della Fiorentina. Avrebbe certamente aiutato avere un suo sostituto in rosa. La cosa curiosa è che il tecnico si è detto molto soddisfatto del mercato, ma la partita di domenica grida la necessità di un altro centravanti con le caratteristiche simili a Moise. Che però non c’è. Auguriamoci che il classe 2000 le possa giocare tutte da qui alla fine.
A prescindere da ciò, Palladino è obbligato a cambiare qualcosa rispetto a quanto visto nella prima parte di stagione. Che sia un cambio di modulo oppure una diversa maniera di interpretare le partite. Questo perché, visto l’importante mercato di gennaio – sia in entrata che in uscita – la Fiorentina è una squadra diversa da quella vista nel 2024. Ha molte meno soluzioni sugli esterni, ma una tanti giocatori di qualità a centrocampo e sulla trequarti. Il tecnico deve trovare il sistema migliore per esaltare i suoi nuovi interpreti, da lui tanto voluti e molto apprezzati.
Tra gli interpreti a disposizione, almeno per un po’, non ci sarà Gudmundsson, alle prese con l’ennesimo problema fisico della stagione. Frattura a carico del passaggio sacro-coccige per l’islandese. Non una cosa da poco. Un infertunio che lo terrà fuori almeno qualche settimana. L’ennesimo stop in una stagione fin qui molto difficile, nella quale ha faticato tantissimo a imporsi anche nelle poche occasioni in cui è stato a completa disposizione.

Di
Marco Zanini