L’ultima al Franchi era finita con una bordata di fischi, serve vincere per continuare a correre in direzione Europa
Magari non sarà proprio «la partita più importante dell’anno» (Palladino dixit) ma di certo, quella col Genoa, è una di quelle gare apparentemente normali e che invece, a fine campionato, rischiano di pesare parecchio. Perché arrivano in momenti particolari, e perché in definitiva son queste le sfide che «fanno classifica». Nel bene, e nel male, scrive il Corriere Fiorentino.
CRISI ALLE SPALLE. E così oggi, la Fiorentina va a caccia di una vittoria che (appunto) avrebbe un grande significato. Vorrebbe dire, per esempio, essersi definitivamente lasciati alle spalle la crisi interrotta dal successo di Roma con la Lazio. Non solo. Prendersi i tre punti infatti, permetterebbe ai viola di avvicinarsi con la giusta serenità a un doppio incrocio da brividi (giovedì sera al Franchi per il recupero del match interrotto per il malore di Bove, e lunedì a San Siro) con l’Inter. Se l’obiettivo è «l’Europa League, e perché no la Champions» insomma, come ha detto Commisso nei giorni scorsi, questa è una partita da vincere. Senza se, senza ma.
EMERGENZA. Certo, non sarà facile. Un po’ per un Genoa che con Patrick Vieira si è trasformato in una squadra solida come poche (5 gare senza subire gol nelle ultime 8, nessuno ha fatto meglio in serie A), capace di aggredire forte in avanti e di rendersi particolarmente «antipatica» a chiunque l’affronti. E un po’ per una vera e propria emergenza (in particolare a centrocampo) che obbligherà Palladino (squalificato, in panchina al suo posto il vice Citterio) ad inventarsi soluzioni mai viste. Con una Fiorentina super offensiva (Folorunsho in mezzo, Sottil, Gud e Beltran dietro a Kean) per far sorridere il Franchi dopo la bordata di fischi arrivata contro il Torino.

Di
Redazione LaViola.it