Il confronto è impietoso tra il Gudmundsson dell’anno scorso e il Gudmundsson di questo inizio di stagione a Firenze
Diciassette partite su diciannove in campionato, di cui quindici da novanta minuti e appena tre minuti lasciati per strada nelle altre due, soprattutto otto gol segnati e due assist, al Genoa l’anno scorso; nove partite su diciannove in campionato, nessuna iniziata e finita, appena 415 complessivi giocati, tre gol realizzati, alla Fiorentina quest’anno. Il confronto è impietoso tra il Gudmundsson dell’anno scorso e questo, scrive il Corriere dello Sport.
Dov’è finito il calciatore che deliziava e decideva, che da solo si caricava la squadra sulle spalle? Se lo chiedono a Firenze, la Fiorentina e i tifosi. Nell’ultimo mese l’islandese è stato quasi irriconoscibile, tecnicamente e atleticamente. In più, colpisce l’atteggiamento naturale e non forzato, ma che anche lunedì sera a Monza ha lasciato trasparire come un senso di malinconia definiamola calcistica, poco coinvolto, poco partecipe degli eventi della squadra, al di là degli errori commessi (non da lui) e delle scarse per non dire nulle iniziative nei quarantacinque minuti in cui è stato in campo.
Ci si aspettava il cambio di passo dopo il fisiologico bisogno di recuperare la condizione post infortunio. Invece, dal Cagliari al rientro al Monza, mai un segnale vero (sprazzi di qualità solo a Bologna. Ora serve trovare la soluzione.

Di
Redazione LaViola.it