
La Fiorentina si inserisce nelle incertezze del Torino e continua a volare. Super Kean, specchio di questa squadra
E’ passato ottobre, ma non lo stato di grazia della Fiorentina che il mese scorso aveva infilato sei vittorie in sei partite e adesso allunga a sette, coppa compresa, la sua serie felice. Non è un pomeriggio esaltante dal punto di vista dello spettacolo, anche per i viola, però vedere la vetta a soli tre punti giustifica l’entusiasmo del gruppo e dell’ambiente. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
TORO DISTRATTO. Il successo si può spiegare così: anche la Fiorentina ha il merito di infilarsi nei disagi difensivi del Torino. Inoltre, quando prendono gol, i granata non mordono nella reazione. Chiudono con un solo tiro nello specchio, più un palo di Pedersen che nella ripresa poteva cambiare un match equilibrato, e una rete annullata per pochi centimetri a Maripan. Il Torino ha perso cinque volte nelle ultime sei uscite di campionato, sente i fischi e deve evitare la ripetitività di certi errori, altrimenti sarà difficile rialzarsi. Da tempo, tutto il gruppo granata è troppo morbido nella fase difensiva. Stavolta ci pensa Maripan a farsi superare su un lancio leggibilissimo e in cui il cileno è in vantaggio su Kean, ma pensa di poter coprire la palla. Così l’attaccante alle sue spalle sfrutta il rimbalzo e lo supera, sorprendendo Milinkovic, che vista la mole, poteva opporsi meglio.
VIOLA CONCRETA. La Fiorentina ha una condizione morale forse inattesa un mese fa, che la fa andare oltre la stanchezza. Più che la forza produttiva (21 i gol nei sette match vinti di fila), il successo arriva anche per la consapevolezza di aver trovato un sistema redditizio e che risente poco delle assenze. La creatura di Palladino è diventata squadra e non un insieme di singoli dalla discreta quota tecnica che però non legano fra di loro. Anche senza Cataldi, Gudmundsson e con Adli a mezzo servizio, i viola schermano discretamente l’area. Mancano però nella proposta offensiva: dai lati Colpani (di più) e Sottil non riescono a imporsi, e quando entrano Kouamé e Ikoné la situazione non migliora, anche per la tendenza a coprirsi (più 4-5-1 che 4-2-3-1) e il cambio di Kean con Biraghi (va esterno alto) lo dimostra. Mandragora subentra in occasione di una punizione: la tira e colpisce il legno. Sarebbe stato un primo tocco da almanacchi.
MVP. Kean diventa l’uomo del match spiegando anche come la sua fioritura vada di pari passo con quella della squadra: è già all’ottavo centro stagionale, la Fiorentina ha ritrovato un centravanti che realizza anche con poco, basta una chance e fa cambiare il risultato.

Di
Redazione LaViola.it