Vittoria che rilancia la Fiorentina anche in classifica, agganciata al treno delle squadre che ambiscono all’Europa. Alla ripresa il Lecce e un primo tour de force
Una notte così era quello che serviva alla Fiorentina. La partita del Franchi contro il Milan ha tanto da raccontare negli episodi, ma soprattutto la crescita di un gruppo che ha dimostrato di tenerci. L’ultima di Rocco Commisso prima del ritorno a New York (sarà a Firenze di nuovo a gennaio) si è trasformata in una festa sotto gli occhi di Adrian Mutu, osannato dalla Fiesole a inizio ripresa e seduto in tribuna accanto alla dirigenza viola.
Il Fenomeno ha visto una Fiorentina intensa, la migliore della stagione, anche se è servito un fenomenale De Gea per salvare la porta sui rigori calciati da Theo Hernandez e Abraham. Vittoria voluta, per certi versi anche meritata. E il portiere spagnolo ha dimostrato cosa vuol dire fare la differenza. Buoni frutti sono arrivati anche dal voler insistere sul 4-2-3-1, un modulo che dopo la sosta rivitalizzerà anche Pongracic, oramai l’ultimo degli acquisti estivi da inserire a pieno regime e che nella linea a tre ha dimostrato di non poterci giocare. Voti alti per tanti a dispetto degli errori. L’atteggiamento è stato positivo. Uno su tutti, quello di Moise Kean. Da condannare negli episodi (rigore fallito e uno procurato), ma caratterialmente monumentale fino al 95′. Si discuterà sul voto in pagella (si va dal 5 al 6,5), ma poco conta. Interessa lo spirito da battaglia, il voler lottare su ogni pallone. Caratteristiche che adesso alla Fiorentina servono come il pane.
Adesso una sosta nella quale continuare a lavorare, con non troppi giocatori che partiranno per gli impegni con le nazionali. Occasione ghiotta per Palladino, anche perché dopo lo stop del campionato la Fiorentina giocherà sette partite in venti giorni fino alla sosta di novembre. Cinque sfide di campionato (Lecce, Roma, Genoa, Torino e Verona) e due di Conference (San Gallo e Apoel, entrambe in trasferta). Tempo per allenarsi ce ne sarà poco. Ecco perché adesso occorre mettere a punto i dettagli, una volta trovata la base dalla quale partire. E quella la partita contro il Milan ha detto che Palladino l’ha trovata.
Di
Alessandro Latini