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Editoriali

‘Il solito’, ‘i soliti’ e ‘la solita’. Per la svolta si aspetta la prossima

‘Il solito’ Palladino,  ‘i soliti’ calciatori che deludono. E ovviamente ‘la solita’ Fiorentina.La gara della svolta? La prossima, forse.

Passano le settimane e le partite ma la sensazione non cambia. Da una parte c’è ‘il solito’ Palladino, dall’altra ‘i soliti’ calciatori che deludono. E ovviamente ‘la solita’ Fiorentina. Dalla prima sfida ufficiale col Parma a quella con degli sconosciuti gallesi che tutti assieme valgono come il cartellino di Terracciano non si è vista grande evoluzione, anzi. Il tutto nonostante tra quella del Tardini e quella col The New Saints ci siano stati 46 giorni di lavoro. Che poi giocare con Gudmundsson piuttosto che con Sottil sia un po’ più semplice, o almeno più produttivo per arrivare a dei risultati, è quasi stupido da sottolineare.

IL SOLITO. Non si vede evoluzione nel gioco e nell’identità in questa Fiorentina. Dopo 9 gare ufficiali la mano dell’allenatore continua a non vedersi. Ok i mille alibi del caso, il tempo e la pazienza, ma se per proprietà e dirigenza questa rosa è più forte di quella dell’anno scorso sarebbe lecito attendersi qualche cosa di più sul campo di quanto visto con Tns, Puskas Academy, Empoli, Venezia, Monza, Parma, o un tempo con Lazio e poco meno di un tempo con l’Atalanta. Poi, se gioca Albert piuttosto che Kouame sarà magari più facile saltare l’avversario, se davanti c’è Kean anziché Beltran sarà più semplice buttarla dentro, se gioca De Gea piuttosto che Terracciano sarà più facile mantenere la porta inviolata, ma il vero problema di questo avvio di stagione è che chiunque giochi e contro chiunque la Fiorentina giochi, non si vede granché di diverso. Certo, ci sono stati dei progressi in difesa, ma al tempo stesso non c’è stata evoluzione in mezzo al campo e davanti.

I SOLITI. Poi ci sono ‘i soliti’ calciatori che continuano a deludere. O meglio, rimangono costanti nel loro basso livello. Senza che nessuno si offenda, il trittico Sottil, Ikoné, Kouame è stato assieme ai numeri nove che si sono alternati il punto debole del triennio di Italiano. Evidentemente non era colpa del precedente tecnico se il francese e il figlio d’arte non sono mai riusciti ad esplodere, mentre le difficoltà tecniche dell’ivoriano non sono certo una novità. Idem per Beltran e/o Parisi. Il cambio di guida tecnica spesso produce dei miglioramenti nei singoli, ma non sembra questo il caso. Tradotto: quei calciatori sembrano sempre i soliti.

LA SOLITA. E la conseguenza è che la Fiorentina sembra sempre la solita. Magari può vincere in qualche maniera coi gallesi del Tns, o ai rigori col Puskas Academy o grazie a due episodi con la Lazio. Ma che nel mezzo non riesce a tirare in porta ad Empoli e che, in fin dei conti, non avrebbe meritato di vincere neppure una partita di quelle 9 che ha giocato in questo avvio di stagione. Attenzione: non sempre nel calcio vince chi merita, ma difficilmente vince sempre chi non merita.

SVOLTA. Attenzione, bis: magari domenica sera contro il Milan la Fiorentina fa una gran partita con azioni di prima, triangoli, diagonali difensive e vince 4-0. Può succedere, per carità. Ma ad oggi non sembrano essercene le condizioni. Serve, insomma, che la Fiorentina, che Palladino e che alcuni singoli smettano di essere sempre ‘i soliti’. E che la gara della svolta sia sempre quella che deve ancora arrivare.

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