L’ex tecnico viola ricorda con affetto il periodo a Firenze: “La città mi ha accolto come un figlio, c’è stata una sinergia incredibile. Il legame resta intatto a distanza di anni”
Paulo Sousa, ex allenatore della Fiorentina, in un passaggio dell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha ricordato il suo periodo a Firenze. Queste le sue dichiarazioni:
La cessione di Chiesa l’ha sorpresa?
“A Federico voglio bene, ci ho creduto quando non giocava neanche in Primavera e l’ho portato in ritiro a 18 anni, facendolo giocare subito contro la Juve alla prima giornata. L’infortunio di qualche anno fa gli ha cambiato la carriera, ma a Liverpool farà la differenza. Ha un talento incredibile”.
Se la dico Fiorentina a cosa pensa?
“Al miglior periodo della mia carriera da allenatore: quanto ci siamo divertiti. I barbecue tutti insieme, le cene, i figli e le famiglie al campo, quella tripletta di Kalinic a San Siro che ci regala la vetta della classifica. Firenze mi ha accolto come un figlio, c’è stata una sinergia incredibile. A distanza di anni il legame resta intatto. E mi fa piacere vedere ciò che stanno costruendo oggi, dal centro sportivo alle due finali europee. Il potenziale è da Champions. E poi i fiorentini sono innamorati della Viola. Il loro sarcasmo mi manca. È qualcosa che può destabilizzarti ma di cui non puoi fare a meno. Il mio cuore è lì”.
Ma è vero che prima della Fiorentina la cercò il Treviso?
“Sì, volevano costruire una squadra per arrivare in Serie A”.
La vedremo di nuovo in Italia?
“Mai dire mai. Io cerco sempre di proporre un calcio divertente. Lo faccio da quando alleno. Continuerò finché avrò passione”.
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Redazione LaViola.it