
Palladino conferma le prime idee, con Kayode e Biraghi ‘braccetti’ e un modulo ‘fluido’. Bene Mandragora, Ranieri e Dodo
Un 4-0 alla Reggiana per chiudere la prima parte di ritiro al Viola Park. Di fronte a 1500 tifosi la Fiorentina di Palladino conferma alcune indicazioni già tratte dal test con la Primavera. Intanto l’idea di riproporre Biraghi e Kayode come ‘braccetti’ della difesa a tre, per necessità (di centrali oltre a Ranieri non ce ne sono, a parte i giovani) e chissà, magari per una soluzione da approfondire anche più avanti. E poi il modulo ‘fluido’, in cui in pratica tutti attaccano e tutti difendono. Da valutare con avversari più probanti, perché la Reggiana, indietro di una settimana nella preparazione, ha lasciato ampi spazi (si vedano i quattro gol, ma non solo) e fisicamente è parsa indietro. Però interessante.
RICKY E FABIANO. Partendo dal primo tempo, le cose migliori sono arrivate intanto dalla sinistra. Dove l’asse Parisi-Sottil ha subito prodotto buone cose. In particolare l’ala è sembrata ancora ispirata: prima aveva dato a Brekalo un buon pallone non concretizzato dal croato, poi è andato a segno con un bel tiro a giro. Ci ha provato anche a seguire, ma il portiere ha deviato il tiro. E poi Parisi, si è rivisto un bel ‘motorino’ sulla fascia. Anche dall’altra parte Dodo (con continui inserimenti) e Kayode hanno dato tanto a livello di corsa, quest’ultimo poi spostato anche a sinistra nella ripresa. Passi avanti anche per Brekalo, nei movimenti e nell’assist per il tris di Kouame.
SUBITO A SEGNO. E gli occhi erano puntati anche su Kean, alla prima in maglia viola. Quattordici minuti di attesa per il suo primo gol con la Fiorentina. Bel movimento, da attaccante, anche se agevolato dal difensore lontanissimo nella (non) marcatura. Comunque, bene iniziare così, anche con tanta buona volontà nel lavoro sporco (tecnicamente spalle alla porta c’è da migliorare, ma anche la condizione potrà agevolare certe dinamiche).
VECCHIA GUARDIA. Per il resto da segnalare un Madragora leader a tutto campo, nei contrasti, nell’impostazione e negli inserimenti. Ma anche un Ranieri bravo sia negli anticipi (dopo un avvio difficoltoso, in cui ha rischiato di essere beffato dall’ex Gondo) sia nei tanti inserimenti in zona offensiva. Poi Kouame, entrato da centravanti: due gol facili, davanti al portiere, ma buoni per ritrovare confidenza con la rete. E Ikoné? Entra ad inizio ripresa sotto qualche fischio e urlo dei tifosi, solita superiorità tecnica piuttosto evidente così come la ‘fumosità’ con cui conclude le varie azioni.

Di
Marco Pecorini