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Editoriali

Missione compiuta, l’Europa era l’obiettivo minimo. Ma ad Atene servirà un’altra Fiorentina

Il successo di Cagliari garantisce alla Fiorentina di chiudere all’ottavo posto che significa disputare una competizione europea anche il prossimo anno e non compromettere il cammino in Coppa Italia

Un peso in meno. A Cagliari, nella notte delle mille emozioni per il saluto a Claudio Ranieri – letteralmente da brividi nel prepartita -, la Fiorentina vince una partita che definire rocambolesca è poco. Cagliari gagliardo e sprecone, anche grazie ad un super Terracciano tornato ‘San Pietro’ al momento giusto. Almeno tre grandi parate del portiere viola, che ha tenuto in piedi la Fiorentina quando la difesa ballava a più non posso. E questo è inevitalmente un dato da analizzare. Impossibile interpretare la gara così mercoledì prossimo ad Atene anche se è vero che il contesto tattico e psicologico sarà completamente diverso.

Viola avanti con una perla di Bonaventura – ottavo gol in campionato e record personale eguagliato – a coronare l’unica azione degna di nota del primo tempo. Un lampo nel buio. Nella ripresa la musica non è cambiata. Anzi. Il Cagliari è parso ancora più pimpante e la Fiorentina si è sciolta. Pari di Deiola, Mutandwa sembra disegnare la serata perfetta per l’addio di Ranieri. Gol bello da parte del 2003 al primo sigillo in Serie A. Il copione però doveva ancora essere scritto. E qui arriva la nota positiva. La voglia di non perderla, di rimanere aggrappati all’obiettivo. Bella punizione tesa di Biraghi deviata in rete da Gonzalez, poi l’episodio finale con il rigore fischiato per fallo su Beltran. Bravo e glaciale Arthur dopo un conciliabolo fitto con Gonzalez sul dischetto.

In sede di analisi resta da prendere poco dalla partita, non molto indicativa verso Atene. Italiano ha dato minuti a tutti, nessuno si è fatto male e questo è il dato più positivo. Cinque giorni per preparla bene, mentalmente e tatticamente. A livello fisico la squadra sembra in buona condizione, ha chiuso in crescendo.

Se ne va dunque in archivio un campionato che era iniziato con altre premesse e che almeno fino a Capodanno aveva regalato l’illusione Champions League alla Fiorentina. Italiano ha ammesso di aver perso il ritmo tra gennaio e febbraio: pali e rigori sbagliati hanno tolto punti e fatto scivolare la squadra anche al decimo posto in classifica. La chiusura sull’ottava piazza era l’obiettivo minimo. Mal che vada ad Atene – facendo gli scongiuri e toccando il toccabile – la Fiorentina giocherà di nuovo la Conference League per il terzo anno consecutivo. In caso contrario (e quindi con la coppa in mano…) disputerà l’Europa League e lascerà la Conference alla nona classifica: nel weekend il piazzamento se lo giocheranno il Torino (sul campo dell’Atalanta) e il Napoli (che ospita il Lecce). L’ottavo posto era anche importante per essere testa di serie nel tabellone della prossima Coppa Italia. Vuol dire non iniziare a giocare la coppa a metà agosto e non trovarsi di sicuro una big già agli ottavi (a questo punto Napoli permettendo).

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