
Sembrava un’altra serata maledetta, tra pali, traverse e un gol concesso. Poi la svolta nel finale
Ebbene sì, per il secondo anno consecutivo la Fiorentina approda in finale di Conference League. Eppure in Belgio sembrava un’altra serata maledetta.
Il Brugge che segna praticamente al primo tiro in porta, poi una partita in una sola metà campo, la loro, e pali e traverse a strozzare in gol l’urlo di gioia di giocatori e tifosi viola. Sembrava quel tipo di serata anche perché nel primo tempo Nico Gonzalez si divora un gol già fatto.
Sembrava quella serata, fino al minuto 83. Quando il redivivo Nzola prende una ginocchiata pazzesca in pieno viso e soprattutto in piena area di rigore. Un fallo ingenuo sicuramente che però regala l’occasione d’oro alla Fiorentina.
Ma c’è da tirare un rigore, e in questa stagione sono più quelli sbagliati che quelli realizzati e allora non c’è nulla di scontato. E così Nico Gonzalez, il rigorista designato della Fiorentina, va da Beltran e gli chiede “te la senti? Sei sicuro” il 9 risponde di sì, è carico.
E così in una serata in cui si è visto più per quantità che per qualità decide di prendersi la palla decisiva. E senza indugi calcia un rigore pesantissimo. Non il miglior rigore del mondo ma quello che basta per superare Mignolet e regalare il pareggio alla Fiorentina.
Dunque ti aspetti Belotti e il rigore se lo prende Nzola, ti aspetti Nico e a realizzarlo è Beltran. Ma la serata degli underdog non è finita qui. In pieno recupero Dodo da rimessa laterale compie una pazzia e manda in porta il Brugge: tiro di Vanaken (che sarebbe finito abbondantemente fuori) che impatta la gamba di Milenkovic e si dirige all’angolino.
Ma proprio lì c’è la manona di Pietro Terracciano (stavolta Santo davvero) a dire di no. E così sono i belgi a rimanere senza parole e a bocca asciutta.
In finale ci va la Fiorentina. Ed è giusto così. Perché i 180 minuti si sono giocati quasi esclusivamente nella metà campo loro. E solo gli errori difensivi della Fiorentina hanno tenuto aperta la qualificazione fino al minuto 85 della gara di ritorno.
Ma, come detto, la finale è stra meritata. E così Italiano mette a curriculum tre finali in due stagioni. Sperando di poter mettere a referto anche un trofeo, ma se ne riparla il 29 maggio. Gara che varrà una stagione, un triennio e un percorso di cui questo allenatore è stato protagonista assoluto.
Vada come vada ma se la Fiorentina è tornata a questi livelli lo deve in primis a quel signore tanto criticato (per fortuna non da tutti) che si siede in panchina e che a fine stagione andrà altrove.

Di
Francesco Zei