
I viola vincono con due reti nei tempi supplementari e conquistano il pass per la semifinale di Conference League
Centoventi minuti in cui ha giocato una squadra sola. I viola hanno preso a pallonate il Viktoria, che fin dall’inizio aveva impostato la sua partita puntando ai rigori. E invece nella mischia dei supplementari è spuntato il piede di Gonzalez che ha spinto il pallone in rete e poi la fuga di Biraghi che ha chiuso definitivamente il conto. Scrive la Repubblica.
Giusto così. Anche perché fino a lì (e anche dopo) si è vista solo la Fiorentina. Che ha fatto la partita che doveva fare anche se ha faticato parecchio a sfondare il muro del Viktoria. Ma alla fine la qualità ha fatto la differenza. E anche la voglia di andare avanti di un gruppo che ha ancora qualcosa da dire in questa stagione. La partita di ieri sera è la dimostrazione che la Fiorentina a questa Conference ci tiene. Che la finale è un obiettivo.
Che alzare un trofeo è quasi un impegno morale
La chiusura del cerchio prima dell’addio di Italiano a fine stagione. Ma è ancora presto per pensarci, c’è molto da giocare e molto in gioco. In campionato le cose si sono complicate, la classifica non è il massimo, però nelle due coppe la squadra viola può ancora dire la sua. E chissà che la vittoria di ieri sera non abbia effetti benefici anche nella sfida con l’Atalanta, un altro passaggio obbligato verso un’altra finale.
Sarebbe fantastico ripetere quanto fatto l’anno scorso, magari con un risultato diverso. Due finali nella scorsa stagione, due finali quest’anno: perché no? La Fiorentina vista contro il Viktoria non solo ha dominato (due pali, una traversa, tre-quattro paratone) ma ha dimostrato di esserci soprattutto con la testa.
Ha dimostrato di avere personalità, senso pratico, forza, coraggio e una rabbia infinita. Quella che ha spinto il tocco di Nico Gonzalez (a proposito, perché è stato ammonito?) e che ha fatto esplodere di gioia Biraghi. Due palloni che finiscono in rete, una coppa da alzare, una storia ancora da scrivere. Ma intanto andiamo avanti, con l’unica certezza di avere ancora in mano tutto.

Di
Redazione LaViola.it