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Belotti non è più ‘mister 100 milioni’, e si vede: serata difficile per il Gallo

Era stato tra i migliori contro la Lazio, a Torino da ex fatica tra la marcatura di Buongiorno e i fischi. E il confronto con Zapata…

È tornato per la prima volta da titolare nello stadio che è stato suo per sette anni, davanti a quei tifosi che su quelle gradinate hanno esultato per 53 volte dopo un suo gol. Nessuno striscione, come successe invece per la prima visita da avversario all’Olimpico di Torino, quando vestiva la maglia della Roma. Ad accogliere Andrea Belotti, ex mai dimenticato dal tifo granata, solo tanti fischi alla lettura delle formazioni, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

SERATA DIFFICILE. Il prodromo per una serata difficile, certificata poi dal campo: in una gara in cui tutta la Fiorentina pare essere la brutta copia della versione scintillante vista meno di una settimana fa, anche Belotti (uno dei migliori contro la Lazio) affonda sotto il peso dei fantasmi dell’Olimpico Grande Torino. Pochi palloni toccati, solo 14 (4 di questi persi) in un primo tempo in cui la Fiorentina rinuncia ad attaccare. Oltre a un tiro (l’unico) sparato alto dal limite in pieno recupero, una sola mezza palla-gol nella ripresa, al minuto cinquanta, quando Kayode sfonda bene sulla destra e mette dentro un cross morbido su cui quel Belotti, versione Toro, si sarebbe catapultato con un’esplosività che ad oggi sembra non esser più sua: e infatti su quel pallone il venti in viola non ci arriva, abbozzando solamente un colpo di testa.

DOMINATO. Per il resto, i primi novanta minuti interi vissuti da ex scivolano via impalpabili e anche il pubblico dell’Olimpico, a causa anche delle poche volte in cui il numero venti avversario ha la palla tra i piedi, trattiene i fischi per gran parte di una serata in cui invece si lustra gli occhi per il gran ritorno di Alessandro Buongiorno. Nella sfida generazionale contro il capitano ammirato durante gli anni nelle giovanili, il difensore classe ’99 domina in tutti fondamentali, evidenziando un atletismo che cancella per larghi tratti dalla gara l’ex beniamino, poi compagno di squadra. Anche nel secondo tempo sui traversoni che arrivano nell’area di Milinkovic-Savic Buongiorno è sempre in anticipo. Belotti esce sconfitto anche dalla sfida con il suo erede in granata, un Duvan Zapata uscito all’83’ tra gli applausi dopo una gara impressionante soprattutto a livello fisico. Una notte da dimenticare, difficile soprattutto per il clima intorno a lui. Una prestazione che non cancella quanto di buono fatto in questo primo mese dal Gallo a Firenze, ma certifica un dato di fatto: questo Belotti, senza più la nove sulle spalle né la fascia da capitano, risulta essere un altro giocatore rispetto al “mister 100 milioni” blindato da Cairo nell’ormai lontana estate del 2017.

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