
La gara con il Sassuolo ha evidenziato il momento di difficoltà per le tante assenze e i vecchi problemi irrisolti. Italiano chiede aiuti dal mercato, ma per ora…
Quarto posto con 33 punti, +10 rispetto ad un anno fa al giro di boa. Il bicchiere dopo la fine del girone di andata non può che essere mezzo pieno per la Fiorentina. Anzi, decisamente pieno, rispetto alle previsioni di inizio stagione, quando nessuno, con una squadra dal 7° monte ingaggi (circa metà di quello della Roma e distante dalle altre big) e 8° per valore della rosa, si aspettava di essere in zona Champions a metà del campionato. Oltre le aspettative per meriti propri, perché il percorso al di là di qualche battuta a vuoto è stato più che buono, ma anche per demeriti delle altre, perché a parte il Bologna (+8 rispetto all’anno scorso) tutte le rivali per l’Europa hanno deluso, dalla Roma (-8 punti rispetto alla scorsa stagione) alla Lazio (-7) e all’Atalanta (-5), fino al Napoli crollato in picchiata con un clamoroso -22. Un anno fa, al termine del girone d’andata, la quota Champions era a 37 punti (c’erano Roma, Inter e Lazio appaiate), mentre l’Inter alla fine arrivò 4° per punti fatti a quota 72 (Milan 5° ma in Champions con 70 per la penalizzazione della Juve).
QUOTA EUROPA. Insomma, che il livello si sia abbassato è evidente, nei numeri prima ancora che nelle prestazioni di un po’ tutte le ‘sorelle’ a caccia dell’Europa (a parte Inter e Juve). Nessuna fin qui ha brillato per continuità. Ma se, secondo Italiano, tutte le grandi nel girone di ritorno sono destinate a “tornare a correre forte”, per la Fiorentina la missione è provare a ribadire, o magari migliorare, il girone di ritorno scorso, quando raccolse 33 punti. Gli stessi di questo girone di andata: a quota 66 nessuno è andato in Champions negli ultimi anni, ma la proiezione quest’anno potrebbe essere più bassa. Chissà. Comunque con un bottino del genere l’Europa sarebbe molto probabile.
ARCHIVIARE. Intanto tutti, da casa viola, hanno voluto archiviare in fretta il ko di Sassuolo. Una partita strana, con gol annullati e un rigore fallito che avrebbe potuto raccontare una storia diversa. Ma poco tempo per recriminare, perché ora all’orizzonte c’è già la Coppa Italia. Una gara da dentro o fuori contro il Bologna, la sorpresa più grande insieme ai viola della prima parte di stagione. Semmai, dalla gara di Reggio Emilia, vanno ricordate le difficoltà (grandi) del primo tempo, per non riportarle nella gara contro i rossoblù. Una Fiorentina con poca determinazione, in affanno a livello tecnico e con pochissime idee offensive. Ma anche nella ripresa, quando la pressione è stata costante, Consigli non ha fatto grandi parate, al netto di rigore e gol annullato.
ANCORA IN EMERGENZA. Una Fiorentina in emergenza che si presenterà in una situazione simile anche contro il Bologna. Italiano cambierà qualcosa: dentro dal primo minuto Ranieri, Duncan e Beltran, ma sugli esterni ci sono ancora, soltanto, Ikoné e Brekalo a disposizione. C’è l’ipotesi Parisi esterno alto, è vero, così come la strada che può portare ad un cambio di modulo. Ma in una gara secca difficilmente la Fiorentina potrà permettersi di rischiare un assetto diverso che è stato provato fin qui solo quando c’era da forzare le partite o da difendere punti importanti.
UNA NUOVA IMPRESA. Insomma, per Italiano c’è da provare una nuova impresa. Con le armi a propria disposizione. Contro un Bologna che non vive il suo miglior momento, c’è da dire, ma che potrà schierare un Ferguson rimasto a riposo (per squalifica) contro il Genoa, uno Zirkzee che poi starà fermo (sempre per squalifica) nel prossimo weekend in campionato, un Orsolini recuperato, più altri giocatori come Beukema, Saelemaekers o Aebischer che contro il Grifone o non hanno giocato o sono entrati nella ripresa. Al Franchi due mesi fa il Bologna fece bella figura, ma vinse la Fiorentina 2-1. La speranza è di ritrovare una Viola più solida e cinica, come nel finale del 2023. Anche se la Fiorentina non si presenta nelle migliori condizioni. Anzi.
DIFFICOLTA’ NOTE. E qui si arriva al mercato. A gennaio 2022, nella sessione che portò poi alla cessione nel finale di Vlahovic, la Fiorentina progettò bene in anticipo portando nel gruppo viola prima Ikoné (già a fine dicembre) e poi Piatek nei primi giorni del mercato. Stavolta, come ribadito da Italiano, le difficoltà davanti erano note da tempo. Si sapeva, ad esempio, che Kouame sarebbe andato in Coppa d’Africa (ed è un’assenza pesante, perché senza l’ivoriano la Fiorentina non riesce neanche a giocare le palle lunghe da dietro), mentre Nico e poi Sottil hanno aggravato la situazione di una squadra che comunque ha spesso fatto fatica, là davanti, per larghe fasi della prima fase di stagione. I gol di Gonzalez e Bonaventura, e altre volte dei difensori, hanno spostato un po’ il problema, che però di volta in volta è puntualmente ritornato. Come in questo momento, senza l’argentino e con Jack non nelle migliori condizioni.
SENZA RINFORZI. La società sembra consapevole, parola di Barone, che qualcosa bisogna fare. Al di là delle battute poco riuscite sul “frigo pieno”, Italiano è stato chiaro sulla necessità di inserire, non solo numericamente, forze nuove sugli esterni. Forse non soltanto. Però le tempistiche dicono che la Fiorentina andrà a giocarsi le gare da dentro o fuori ancora in grande emergenza. Con Ikoné che non ha mai convinto e con un Brekalo ormai in partenza. E in più con uno Nzola che ha rinunciato alla chiamata dell’Angola, ma non dà segnali di riscatto. Con il Bologna la situazione è questa, tra una settimana la Fiorentina volerà in Arabia con gli stessi punti interrogativi. Gonzalez proverà il miracolo, Sottil idem, ma se anche andranno con la squadra non saranno certo al top. Per non parlare della questione terzino, con il giovane Kayode chiamato sempre agli straordinari da mesi.
OCCASIONE UNICA. Il mercato di gennaio è difficile, complicato, chi ha giocatori buoni spesso se li tiene o vuole aspettare per cercare sostituti. Oppure ancora spara alto sui prezzi. Ngonge è l’idea più concreta portata avanti dalla società, può arrivare in coppia con Faraoni sfruttando la necessità di far cassa del Verona. Ma probabilmente in pentola bolle anche altro, se ancora non si è chiuso su questi obiettivi. Anche se Italiano si aspettava di avere già qualche rinforzo per le gare cruciali di questo gennaio. Un mese in cui la Fiorentina si giocherà tanto, dentro e fuori dal campo. Perché un campionato così, con la ricchissima Champions all’orizzonte (magari con cinque squadre da poter piazzare grazie al ranking nazionale), è difficile che possa ricapitare. Così come era da anni che non si vedeva una Fiorentina in zona Champions al giro di boa, con la possibilità di centrare la terza semifinale di Coppa Italia di fila e di giocarsi un trofeo in Arabia, aspettando anche la Conference. Migliorare e rinforzare questa squadra si può, e si dovrebbe, anche in tempi stretti se non si vuole vedere sfumare qualche obiettivo. Al netto delle difficoltà del prossimo futuro su stadio e introiti che la società ha già sottolineato, di recente, in più occasioni.

Di
Marco Pecorini