
L’ex capo scout della Fiorentina ha parlato dopo la fine della collaborazione proprio con il club viola
Antonio Tramontano, 34 anni, è stato uno dei volti della gestione Commisso, protagonista di un 2023 da record e, dopo aver concluso il proprio contratto a giugno, torna per la prima volta a parlare della sua esperienza in viola sulle pagine de la Repubblica.
Deluso per l’addio a giugno?
«Dopo quattro anni la direzione generale mi ha comunicato che il mio contratto in scadenza non sarebbe stato rinnovato. Mi avrebbe fatto piacere continuare il progetto, ma sono certo che Barone abbia apprezzato la qualità del mio lavoro e abbia percepito che ho sempre operato nell’interesse dell’azienda. Resto grato alla Fiorentina, a Commisso e a Barone».
Essere Chief Scout nel 2024 significa?
«Un capo scouting non deve solo proporre giocatori, ma indirizzare il lavoro del dipartimento, interpretando le esigenze e gli obiettivi del club. Oggi non scopri niente, i giocatori dai 17 anni in su sono tutti noti. La vera bravura sta nel capire qual è il calciatore più funzionale al tuo progetto tecnico. Lo scouting rappresenta il 50% del lavoro, il resto del lavoro è riuscire ad adattare il giocatore al contesto, al sistema di gioco della squadra. Il manager del futuro deve creare valore economico e strutturale, saper coniugare risultati sportivi e sostenibilità economica».
Consigli per gli acquisti per questo mercato di gennaio?
«In Italia porterei Alexander Prass dello Strum Graz e Ardon Jashari del Lucerna. Sono curioso come maturerà nel suo percorso Missori del Sassuolo».

Di
Redazione LaViola.it