
Prima frazione di gioco in cui i granata meritavano più del pareggio. Poi hanno lasciato palla e campo ai viola che hanno trovato il gol
Il Torino si morde le dita. Tornerà sotto la Mole con parecchi rimpianti. Perché è partito molto meglio della Fiorentina, che soffriva i duelli uomo contro uomo e la maggior fisicità dei granata. La banda Juric aveva ben chiaro il compito: bloccare il fraseggio di Arthur, braccato da Ilic, e Bonaventura, mai mollato da Ricci. Scrive La Gazzetta dello Sport.
In più Vlasic stava più arretrato del solito per dare un occhio a Duncan e aiutare i compagni in mezzo. Con il brasiliano che non riusciva a entrare in gioco, la Fiorentina non riusciva ad alzarsi come al solito e soffriva le incursioni granata dalle fasce, soprattutto dalla destra con Bellanova, ma anche i lanci lunghi quasi sempre preda di Zapata, che Milenkovic non riusciva a tenere.
Per quasi mezzora c’è stato solo il Toro, che ha avuto due grandi occasioni. La prima con Duvan che di testa impegnava Terracciano, la seconda su un cross di Vlasic terra terra che Ranieri ha intercettato in scivolata. Dopo la mezzora la Viola ha preso campo, grazie anche a un leggero calo del Toro. Arthur ha cominciato a far girare la squadra e Kayode a destra si è fatto più intraprendente.
Ma mentre Kouame e soci si avvicinano a Milinkovic sempre più spesso senza però rendersi davvero pericolosi (un tiro di Milinkovic da fuori deviato, una palla vagante in area dopo bello scambio Kouame-Beltran non sfruttata…) è stato ancora il Toro ha ad avere l’occasione di andare in vantaggio. E’ successo quando su un cross di Bellanova in area, dopo un paio di rimpalli Lazaro ha fatto partire un tiro improvviso su cui Terracciano ha fatto una vera prodezza. Dunque, un thé amaro e per i granata che almeno un gol se lo meritavano.
Rinascimento viola
Nel secondo round la metamorfosi, grazie anche alle modifiche di Italiano che spesso cambiano il volto della partita. La Fiorentina è ripartita nel migliore dei modi anche prima di essere modificata, persino Ikoné, un’ombra fin lì si è destato dal torpore. Aiutata anche dal Torino che, non si sa bene il motivo, ha perso lucidità e determinazione, e ha fatto un passo indietro di troppo. In pratica, non si è più visto dalle parti Terracciano.
La Viola invece ha aumentato il volume del giro palla, la velocità e la pericolosità sulle fasce. Ma in questa gara molto fisica, le mancava un po’ di peso, così Italiano ha speso Mandragora per Arthur e Nzola per un Beltran oscurato da Buongiorno. Le mosse hanno avuto il loro effetto nell’alzare il baricentro e mettere ancora più pressione, ma non nel trovare occasioni perché la difesa granata reggeva bene l’urto. La mossa di Juric, Sanabria per un’inconsistente Pellegri nel tentativo di riportare in alto la squadra, non ha avuto la stessa fortuna.

Di
Redazione LaViola.it