
Focus sul momento negativo che sta attraversando la squadra di Italiano
Involuta, appannata e sottoritmo. Quella col Cukaricki doveva essere la partita da vincere agilmente visto il valore dell’avversario e con la rabbia delle 3 sconfitte consecutive in campionato, conseguenza di errori grossolani, letture sbagliate e di prestazioni incolore. Ma doveva e poteva essere anche l’occasione giusta per vedere qualche volto nuovo, come Infantino (ex capitano dell’Argentina U20 con 60 presenze col Rosario Central al quale è stato preferito il 35enne Bonaventura), o per provare qualche variabile tattica, visto che anche secondo lo stesso Italiano alla vigilia: ‘Gli avversari iniziano a conoscerci’.
A distanza di un mese dall’”errore di percorso”, come era stata definita la sconfitta nel derby con l’Empoli, la sensazione è che sia ben diversa la realtà dei fatti. Dopo l’exploit del Maradona, la squadra viola è diventata troppo leggibile e sterile. Gli attaccanti però vengono serviti poco e male da inizio stagione, a causa di una manovra lenta che tende a diminuire gli spazi sulla trequarti e ad affollare l’area di rigore. I cross a piede invertito permettono alle difese avversarie di avere il tempo per riposizionarsi e intercettare il pallone con maggior facilità. Di fatto, non gli viene rimproverato di sbagliare i gol, visto che le occasioni nitide in campionato si contano sulle dita di una mano. E inoltre, nessuna delle 2 punte con caratteristiche complementari ha spiccate doti nel colpo di testa ed entrambe privilegiano un gioco palla a terra con attacco alla profondità. Di triangolazioni veloci e imbucate però neanche l’ombra, visto che la Fiorentina è la squadra che effettua più lanci di tutti in campionato. Così diventa complicato mettere un qualsiasi attaccante nelle condizioni di far bene, specie con le caratteristiche di Beltran e Nzola. E il modo con cui l’ex Spezia ha calciato il rigore alimenta i dubbi sul presente dell’angolano.
Capitolo esterni. Da oltre un anno viene ripetuto il concetto che le ali devono essere più concrete e che devono segnare di più. A parte Nico però, nessuno degli altri vede la porta con regolarità e sono anche discontinui nel rendimento. Quanto tempo ancora gli verrà concesso per diventare concreti dopo le innumerevoli occasioni sprecate sin qui? Perché insistere nell’utilizzare l’investimento più importante del mercato estivo spalle alla porta quando al momento non è fisicamente pronto a reggere da solo il confronto con le difese europee ed è stato lo stesso allenatore a paragonarlo a Baiano (non proprio una prima punta)? Quesiti e controsensi ai quali diventa difficile dare una spiegazione.
L’impressione però è che la soluzione sia trovare un piano B, attraverso un pensiero più elastico e creativo, ma senza perdere quella filosofia offensiva e propositiva che ha contraddistinto la Fiorentina degli ultimi anni. La squadra è stata costruita e rinforzata nel mercato estivo con profili dal tasso tecnico superiore e con caratteristiche congeniali al gioco dell’allenatore, che adesso però è chiamato a invertire la rotta di una nave che da qualche settimana sta dando segnali poco incoraggianti.

Di
Mattia Zupo