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Editoriali

Dal chiudere le gare alla gestione dei risultati, è lì che serve crescere. Non può servire sempre un’impresa per vincere una partita

La Fiorentina continua a faticare nel chiudere le gare e/o gestire i risultati, è lì che serve crescere. Non può servire sempre un’impresa per vincere una partita

Parlare di delusione per il pari contro il Genk sarebbe eccessivo. In fondo di fronte la Fiorentina aveva l’avversario sulla carta più forte del girone, giocava in trasferta, era la prima gara del gruppo europeo per cui serviva partire con un risultato positivo ma…Al netto del risultato, come detto non certo da buttare, la Fiorentina torna a casa da Genk con la solita sensazione di aver gettato al vento un’occasione per quei soliti limiti e difetti che continuano a contraddistinguere questa squadra.

CHIUDERE E/O GESTIRE. Per vincere una partita serve sempre andare al massimo, fino in fondo. Non sono concessi momenti di pausa all’interno di una gara, neanche quando si è in pieno dominio e/o controllo della stessa. E’ accaduto col Lecce, è accaduto in Belgio. Questa squadra fa fatica a chiudere e a gestire le partite. O lo fa subito come col Genoa, oppure può rianimare ogni tipo di avversario, perfino una squadra come quella di D’Aversa che fino a quel momento non aveva mai tirato in porta, o ancora una formazione come quella di Vrancken che, a parte qualche scorribanda sulle corsie esterne, non era mai stata in grado di calciare in porta se non dopo un rimpallo su corner nel primo tempo. Per chiudere le gare serve fare qualcosa di più in attacco, ma le punte continuano a non avere occasioni. Beltran non tira in porta da ore (calcisticamente parlando), Nzola ne ha avuta una ma l’ha sprecata. E quando non chiudi e provi a gestire, ecco che gli avversari ti puniscono inesorabilmente, sempre. O quasi. E alla fine è andata pure bene. Se quel palo allo scadere fosse entrato apriti cielo. Ma scenari del genere non sono certo nuovi per la Fiorentina.

CRESCERE. E’ proprio su questi due tasti che la Fiorentina deve fare un salto in avanti. Tante volte è capitato di uscire senza punti da gare in cui la squadra viola avrebbe meritato molto di più. Riuscire ad ottenere il massimo col minimo sforzo, invece, da queste parti pare utopia. E non è pensabile riuscire a fare 60 e più partite della vita in una stagione. Al netto di episodi, assenze, forfait, giornate sì e giornate no di alcuni singoli, è su questo aspetto che la Fiorentina deve progredire, come parzialmente era accaduto in alcune fasi della seconda parte della scorsa stagione. Già da Udine un’altra riprova.

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