Le dichiarazioni dell’ex direttore sportivo dell’Avellino sul nuovo acquisto viola
Tra poche ore inizierà l’avventura di Fabiano Parisi a Firenze. Il terzino sinistro arriva dall’Empoli per 10 milioni più uno di bonus, un’operazione che permetterà ai viola di aumentare la qualità in una zona di campo in cui c’è già il capitano Biraghi. Per conoscere meglio il primo acquisto di questa sessione di mercato, LaViola.it ha contattato Carlo Musa, ex direttore sportivo dell’Avellino:
Buongiorno Direttore, come commenta il trasferimento di Parisi alla Fiorentina e lo ha sentito negli ultimi giorni?
“Mi fa piacere che Fabiano sia approdato alla Fiorentina, per lui è uno step di crescita importante, un passo in avanti nella sua carriera. Sono sicuro che dimostrerà il suo valore come ha fatto ad Empoli. Non l’ho sentito di recente: con il mercato e l’Europeo U21 ha avuto poco tempo per le vacanze, ma credo che sia concentrato per iniziare bene questa nuova esperienza”.
Come vede il dualismo con Biraghi?
“La competizione migliora la qualità dell’allenamento e di conseguenza la performance della squadra. Entrambi hanno lo stesso agente, che ha esperienza e insieme alla dirigenza della Fiorentina credo che avranno fatto le dovute valutazioni su quello che servirà in questa stagione, altrimenti non si sarebbe fatto un investimento così importante della per Fabiano. Ci saranno sicuramente delle rotazioni, poi le partite possono essere cambiate in corsa e Italiano è bravo nella gestione”.
Qual è il primo ricordo che la lega a Fabiano?
“Quando venne a firmare ad Avellino durante l’ultimo giorno di mercato insieme ai genitori: avevo di fronte questo giovane ragazzo silenzioso e anche un po’ timido, che però fin dai primi allenamenti ha mostrato talento, personalità e fame. Ricordo l’assist vincente nello spareggio che ci portò in Serie C, il gol contro la Vibonese quando tornai ad Avellino e trovai anche un accordo per il suo rinnovo anche se poi non se ne fece nulla. Ogni tanto lo bacchettavo per rimanere umile quando magari faceva qualche pensiero di troppo, ma ce n’è stato bisogno poche volte. È un ragazzo umile e dedito al lavoro”.
In quale aspetto lo vede migliorato?
“Lo vedo cresciuto nella gestione della palla in fase di possesso e soprattutto in fase difensiva: negli anni è migliorato molto in questo aspetto”.
C’è qualche aneddoto relativo al trasferimento all’Avellino?
“Fabiano era stato messo in uscita dalla Primavera del Benevento ed aveva fatto una prova con l’Ercolano in Serie D ma non aveva convinto, mentre io avevo avuto delle recensioni ottime perché veniva da un settore giovanile di Roma, la mia città. Appena avevo saputo che avrebbe lasciato il Benevento mi fiondai subito. Ci sono state poi tante voci su questo trasferimento vedendo il percorso di Fabiano, perché il Benevento lo perse a zero. Per l’Avellino ha invece rappresentato un ritorno economico assoluto dall’agosto 2018 ad oggi perché con la cessione all’Empoli, la promozione in Serie A e questo trasferimento alla Fiorentina ha guadagnato una cospicua somma di denaro”.
C’è un ricordo che la lega all’uomo Parisi?
“Quando l’Avellino in Serie C aveva problemi economici e io tornai con una nuova proprietà, Fabiano in quella stagione ospitò a casa sua un compagno con cui aveva giocato l’anno prima in D: Tommaso Carbonelli, al quale il club non riconosceva la possibilità di mangiare e vivere in una struttura. Un gesto di assoluto valore”.
Da Empoli a Firenze, Parisi si avvicina anche a Coverciano. Può essere la piazza giusta per convincere Mancini?
“Fabiano è già nel giro delle nazionali e ha la fortuna di giocare in un ruolo dove c’è poco in Italia visto che sta giocando anche un giocatore come Spinazzola che è destro. Se continua su questi livelli credo che verrà chiamato anche da Mancini”.

Di
Mattia Zupo