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Biraghi: “Vincere un trofeo a Firenze sarebbe fantastico. Vorrei chiudere la carriera in viola”

Biraghi

Seconda parte dell’intervista del capitano della Fiorentina al Corriere dello Sport-Stadio. Si parla della possibilità di vincere un trofeo

Cristiano Biraghi torna a parlare di campo. In una stagione che può regalare grandi soddisfazioni alla Fiorentina. Qui la seconda parte della sua intervista al Corriere dello Sport-Stadio.

Si sta confermando il miglior crossatore in A: se l’aspettava?
«Sono contento perché per me parlano i numeri, non le chiacchiere. Quando eccelli in una statistica è un motivo d’orgoglio. Vuol dire che almeno in qualcosa riesco ad esprimermi al meglio».

Una persona che sempre ha difeso lei e la squadra è stato il presidente Commisso.
«È una figura importante per noi. Avere la vicinanza così costante da parte sua è un aspetto fondamentale».

Torniamo al calcio: Verona è stata la gara della svolta?
«Sì, ma per il risultato. Anche nelle gare precedenti avevamo creato i presupposti per vincere, benché non arrivassero i successi».

Ci racconta la sua prodezza dello 0-3 al Bentegodi?
«Dalla panchina avevo notato che il portiere dell’Hellas stava molto alto sulle punizioni. Quando sono entrato, appena ho visto che c’era la possibilità di colpire, senza guardare Montipò ho calciato. È andata bene ma sa… la differenza tra un genio e un pazzo sta nel successo».

Bel motto. Le servirà per gestire meglio la concorrenza nel suo ruolo?
«Quella è sempre utile. Tutti devono dimostrare di saper far bene per alzare il livello, anche se si torna al discorso di prima».

Quale?
«Appena uno gioca al mio posto e fa bene, c’è chi lo vuole titolare. Per me però parlano i fatti. Ogni anno dovevo essere fatto fuori e ogni anno ho giocato 35 partite».

Sabato torna a San Siro: quella con l’Inter per lei resta una gara più speciale di altre?
«Non può non esserlo. Specie in quello stadio là, dove sono cresciuto da tifoso e da giocatore. Poi in campo non ci penserò: sarà mio compito far vincere la Fiorentina».

Dopo l’Inter, torneranno le coppe. I capitani della storia viola che hanno alzato un trofeo non sono molti…
«È vero e un po’ ci penso. Ma non amo sognare, piuttosto guardo la realtà. Siamo in corsa per due coppe e la possibilità di vincere c’è ma la strada è ancora lunga».

Ma l’idea di una Firenze in festa che carica le dà?
«Portare un trofeo qua sarebbe fantastico. Ogni giorno lottiamo per far felice la gente che da 22 anni non vince qualcosa. Che poi il trofeo lo alzi io o un altro poco importa. Basta farlo».

Può essere l’elemento decisivo per permetterle di chiudere la carriera a Firenze?
«Spero di giocare ancora per sei anni e non si sa mai cosa potrà accadere. Ma una cosa è certa: da qui non me ne vorrei mai andare. E mi piacerebbe finire in viola».

Davanti a lei ha un giornale, il nostro, che parla di una Fiorentina che traslocherà per due anni dal Franchi: se lo immagina?
«Sarebbe penalizzante per noi, non prendiamoci in giro. Il mio pensiero va ai tifosi e alle spese che dovrebbero sostenere. Mi auguro che in caso di cambio di stadio la squadra possa giocare il più vicino possibile a Firenze».

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