
Le dichiarazioni dell’ex dirigente dell’Ascoli che portò in Italia il nazionale marocchino, neo acquisto della Fiorentina
L’ultima operazione in entrata del calciomercato invernale della Fiorentina porta il nome di Abelhamid Sabiri. Il trequartista marocchino arriva dalla Sampdoria per 2 milioni più bonus e rimarrà in blucerchiato fino al termine della stagione. Per commentare questa operazione, LaViola.it ha contattato colui che lo portò in Italia nell’ottobre 2020: Piero Ducci, ex dg dell’Ascoli ed ex dirigente viola nella prima stagione dell’era Commisso.
Qual è il ricordo della trattativa per portarlo all’Ascoli?
“Una cosa inverosimile. Il mio assistente giocava in Germania e conosceva bene il calcio tedesco, proprio mentre ero alla Fiorentina mi ero imbattuto anche io in questo giocatore del Paderborn, ma non gli aveva dato molto peso, perché certo che avrebbe avuto mercato nel suo territorio e con il pensiero che non fosse ancora prontissimo per l’Italia e la Serie A. Una serie di agenti, appena arrivato ad Ascoli, suggerirono e riferirono che Abelhamid non aveva rinnovato il contratto e si stava guardando intorno. Arrivò poi il suo agente che ci disse che l’Italia poteva anche essere una destinazione. Perplesso, venne ad Ascoli una prima volta, ci fu un’intromissione della Lazio che voleva girarlo alla Salernitana, ma lui alla fine si convinse a venire da noi. All’inizio non fece benissimo per questione di ambientamento, ma si vedevano e percepivano le sue qualità. Sappiamo tutti che poi è esploso con numeri importanti (8 gol e 7 assist) in B da centrocampista, torneo dove ha fatto davvero la differenza”.
Cosa l’aveva spinta a investire su Sabiri e in cosa crede che deve migliorare?
“Intanto si trattava di un giocatore a parametro praticamente a zero, tecnicamente mi colpì la sua elasticità e la coordinazione, ma soprattutto la capacità di inserimento, è un calciatore che se arriva negli ultimi 30 metri diventa pericolosissimo. Sulle palle inattive ha un tiro incredibile, col pallone che prende traiettorie molto particolari. Deve migliorare nella continuità: se mantiene il rendimento che ha nelle corde, può essere importantissimo per la Serie A”.
In che posizione lo vede meglio?
“Lo vedrei bene nel 4-2-3-1 dietro la punta, ma può fare anche la mezzala. Ha bisogno di arrivare all’inserimento”.
Extra-campo invece che ragazzo ha conosciuto?
“Estroverso e simpaticissimo. Si deve sentire protagonista, quello è fondamentale. Se viene accompagnato nel cammino può fare la differenza: deve sentirsi importante“.
Come valuta i suoi tre anni in Italia e cosa può rappresentare il passaggio alla Fiorentina?
“Il suo percorso è sempre stato in crescita, al Mondiale ha fatto bene in una squadra che è stata la rivelazione. Firenze può essere la svolta della sua carriera: è una piazza meravigliosa in cui un giocatore può sentire un calore importante: lui ha bisogno di essere esaltato”.

Di
Mattia Zupo