Luca divide in quattro punti i concetti che secondo lui i tifosi viola dovrebbero mettersi in testa per migliorare la propria condizione e il rapporto con la dirigenza
Sento e leggo nei vari commenti molti lamentarsi del fatto che nonostante la mediocrità della squadra e dei risultati, a tanti tifosi… andrebbe bene così! Il punto non è che va bene così. Il punto è, secondo me, che dobbiamo metterci in testa alcune cose, e cioè:
1) Di fatto, e qualcuno lo dice nei nei vari commenti, nel calcio di oggi, per una serie di ragioni che hanno a che fare con la potenza finanziaria, le dimensioni in termini di bacino di utenza, la dimensione dei ricavi possibili dai diritti tv (e altre che non sto ad enumerare), siamo assimilabili a realtà come Udinese, Sassuolo, Sampdoria, Atalanta ecc. Pertanto i tifosi, per quanto obtorto collo, debbono accettare questa realtà e finirla di atteggiarsi e comportarsi come se a Firenze spettasse per diritto divino di avere una squadra di prima fascia! Non è così, nei fatti, e prima lo accettiamo e prima si potrà impostare un dialogo e un atteggiamento diverso verso le proprietà che si succedono, evitando così di vivere in stato di “contestazione permanente”;
2) Sempre che ci piaccia o no, il tempo dei “paperoni” è morto e sepolto e di soggetti disposti a venire a Firenze e buttare vagonate di milioni nella viola per compiacere i tifosi non ce ne sono. Punto. E anche quelli che ci sono certo non possono essere invogliati a farlo a fronte di una tifoseria capace, puntualmente, di “massacrarti” qualsiasi cosa tu faccia. A Firenze abbiamo contestato e contestiamo anche l’incontestabile. All’epoca siamo stati capaci di dividerci e contestare anche uno come Antognoni che, ricordo perfettamente, una parte dei tifosi si ostinava a criticare considerandolo una “fighetta”. E anche ammesso che qualche “paperone” ci sia, di certo va a investire in società che come caratteristiche (stadio di proprietà bacino di utenza, merchandising) possono comunque garantirgli un qualche ritorno dell’investimento e non certo in una realtà piccola, sparagnina e problematica come quella di Firenze;
3) Sempre obtorto collo dobbiamo capire che la proprietà attuale (o qualsiasi altra ci sia) può anche non piacerci ma, da che mondo è mondo, chi paga decide. E se questo non ci piace l’unica alternativa è quella che ha più volte polemicamente indicato Commisso dicendo “allora compratevela voi“. Cosa che peraltro quei fiorentini che gli sghei per farlo li avrebbero si guardano bene dal fare;
4) L’unica cosa che secondo me si può tentare di fare è cercare (ma con il dialogo e il ragionamento, non certo con le critiche feroci e/o le offese) di far capire alla proprietà che, in una situazione come la nostra, ciò che può fare la differenza è la capacità di spender bene i quattrini che ci sono e/o che si ricavano dalle cessioni eccellenti (che sono inevitabili visto che sono i giocatori stessi a volersene andare e a non rinnovare). E in questo senso Commisso dovrebbe capire che continuare ad affidare il mercato a due come Barone e Pradè non ha senso.
Solo intervenendo sui punti elencati, a mio avviso, si può tentare di crescere tanto da rendere la Fiorentina una realtà interessante e appetibile anche da parte di giocatori di prima fascia, che altrimenti inevitabilmente continueranno a considerare la viola un trampolino di lancio da usare per poi andare a guadagnare di più e, soprattutto, a vincere qualcosa. Aspirazione legittima da parte di soggetti che, ricordiamolo, giocano ormai solo per il soldo e la carriera e non certo per amore della maglia. Saremo capaci di farlo? Per come da fiorentino conosco i fiorentini, ne dubito assai!
di Luca Fabbri
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Di
Redazione LaViola.it