L’ex centrocampista della Fiorentina analizza il momento dei viola e il suo recente passato vissuto a Firenze
Parla così a Radio Bruno l’ex centrocampista della Fiorentina Borja Valero: “L’unica cosa che volevo fare quando ero in scadenza di contratto con l’Inter era tornare a Firenze, alla Fiorentina, dove volevo finire la mia carriera, e sono felice che sia potuto tornare in viola anche se è stato un periodaccio per il Mondo, col Covid. Ricordo quei dieci giorni in cui presi la decisione, a contratto finito con l’Inter, ho passato dei giorni da solo coi miei amici qui in città, e lì ho deciso che era il momento di mettere radici qui anche con la mia famiglia”.
NUOVI. “Io non ho avuto troppi problemi ad adattarmi al nuovo paese, anche se a dir la verità sono arrivato con un amico come Gonzalo. Ikoné e gli altri? Non è per tutti allo stesso modo, ad esempio l’alimentazione, il nuovo modo di vivere della città dove arrivi, non ci si abitua tutti subito ed allo stesso modo. Consiglio di vivere al meglio la città e la mentalità di Firenze”.
ALLENATORI. “Io ho avuto fortuna nell’adattamento anche perché Montella capiva molto bene il mio modo di pensare, anche a livello calcistico. Sousa mi ha sempre fatto un’ottima impressione, ho sempre seguito con attenzione quello che diceva e i suoi metodi di lavoro. Spalletti mi ha sempre voluto con sé, mi ha cercato all’Inter e non solo. Devo dire che avevo un’offerta importante da una squadra inglese, ma in quel momento la Fiorentina non mi voleva vendere assolutamente. Poi ci fu la Roma…Conte è quello che a livello caratteriale mi ha impressionato di più. Una mentalità unica, vincente, ti fa cambiare mentalità, non gli importa chi eri, cosa facevi, guarda solo quello che fai in allenamento, coi dati e se capisci o meno cosa vuole che tu faccia a livello tattico. Per questo ti porta a dare tutto in settimana, perché ti può far giocare. Lui aveva altre idee, ma sono stato fiero di avergli fatto cambiare parere su di me, perché poi mi ha fatto giocare molto e partite importanti”. Italiano? “Un po’ di rimpianto sì per non averlo avuto come allenatore, avendo visto il primo anno del gioco che fa fare, perché penso che mi ci sarei trovato bene in quel modo di fare calcio, sempre avendo il pallino del gioco, lo ha fatto fin dall’inizio e mi ci sarei trovato benissimo”.
PRIMO ADDIO. “Penso che qualcuno in quella Fiorentina mi volesse far fuori. Forse sono rimasti male a vedere che mi aveva preso l’Inter, con ingaggio più alto e più anni di contratto…Ma come ho sempre detto non sono andato via per i soldi, è andata così, e sono contento di aver avuto quella esperienza”.
ROSSI. “Talento-sfortuna…la gente non si rende conto di quanto fosse forte Pepito, è stato davvero sfortunato. Al Villarreal faceva vincere le partite da solo, lo volevano tutti i club più importanti del mondo, credo fosse già al Bayern Monaco, prima di farsi male la prima volta. Era davvero fortissimo, ancora di più di quello che vedemmo a Firenze nel girone d’andata”.
CENTROCAMPISTI. “Pizarro tra i compagni lo metterei al primo posto, perché se eri in difficoltà davi la palla a lui e sapevi che non l’avrebbe mai persa. Hamsik da avversario mi ha sempre messo in difficoltà, anche Zielinski, credo sia un giocatore molto sottovalutato, ma davvero forte”.
ASTORI. “Quella tragedia unì tutto il mondo del calcio, coi tifosi della Fiorentina che in piazza applaudivano i calciatori della Juventus che arrivarono per dare un saluto a Davide. Ha lasciato un vuoto grandissimo, soprattutto in quel momento. Quando venne fuori quella notizia, ero all’Inter, vedevo compagni che piangevano nei corridoi, da soli. Questo fa capire quanto fossero forti i suoi valori umani. Era un leader, diceva sempre la sua, abbiamo avuto anche degli scontri nello spogliatoio perché a volte non eravamo d’accordo, ma è giusto così, siamo rimasti molto legati anche dopo. Era una grande persona. Ricordo quei giorni, eravamo alla vigilia del derby, che poi non si giocò”.
TREQUARTISTA. “Mah, non credo serva un altro trequartista. C’è Barak, Bonaventura, rientrerà Castrovilli, non penso sia quello il problema della Fiorentina, piuttosto dovrebbero trovare maggior concretezza coloro che giocano in attacco. Se ci riuscissero potrebbero arrivare ottimi risultati”.
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Redazione LaViola.it