
Quattro vittorie di fila, l’attacco che è tornato a funzionare: la strada è quella giusta. Con la Salernitana per la continuità (e per il sorpasso)
Un finale di 2022 per limitare i danni e ridurre i rimpianti in una prima parte di stagione complicata, con il ritorno in Europa e un campionato al di sotto delle aspettative. Errori, limiti e bilanci su cui verrà fatto il punto tra una settimana, quando inizierà la maxi – e anomala – sosta per i Mondiali, mentre ora tutti sono concentrati sulle ultime due sfide dell’anno solare. Perché nel frattempo la Fiorentina si è ritrovata, ha recuperato energie e ha trovato nuove idee tattiche. I risultati stanno arrivando. Quattro vittorie di fila, tra Conference e campionato, e una prima forma di continuità.
AUTOSTIMA. Un percorso insomma positivo, da continuare nelle ultime due partite del 2022. La Fiorentina ha recuperato innanzitutto autostima e credibilità nelle ultime uscite. I risultati danno fiducia, e le esultanze per aver vinto tre trasferte in una settimana (tra La Spezia, Riga e Genova) raccontano una squadra che è tornata finalmente consapevole dei propri mezzi. Mezzi diversi a quelli che erano un anno fa e nelle intenzioni di inizio stagione. Una squadra che bada più al concreto e meno al bello rispetto a qualche tempo fa, ma del resto il momento impone questo. E va bene così. Perché l’atteggiamento è stato quello giusto, anche quando c’è stato da alzare il ritmo dell’intensità e dell’aggressività come in alcune fasi di gioco contro la Samp. Il gruppo c’è e si è ritrovato anche grazie a questi risultati. Causa e conseguenza di come qualcosa sia finalmente cambiato.
CREDIBILITA’. Ha ritrovato credibilità, si diceva, la Fiorentina. Per sé stessa e per l’ambiente. Perché un paio di mesi fa c’era una squadra che pareggiava in casa contro il Riga, che perdeva malamente a Istanbul, che cadeva rovinosamente a Bologna in preda alle proprie fragilità. Una squadra che dava l’impressione di poter perdere contro tutti. Ora invece questa Fiorentina dà l’impressione di essere finalmente superiore contro chi deve esserlo, e di giocarsela alla pari anche con squadre importanti. Le vittorie danno fiducia, ma non sono arrivate per caso. Anzi. Dopo l’Inter, in particolare, è forse cambiato qualcosa. Ma a livello tattico anche prima. Solo che giocando ogni tre giorni, logicamente, c’era poco modo per dar seguito alle novità se non provandole sul campo in gare ufficiali. Sottoponendosi però ai rischi che questo comporta. In ogni caso, ora è tornata la fiducia di poter fare risultato, senza quelle paure che avevano accompagnato a lungo questa Fiorentina per la prima fase di stagione.
ULTIME DEL 2022. Ora la Salernitana, per l’ultima al Franchi del 2022. Una gara delicata, contro un tecnico preparato e una squadra che sta stupendo. Dieci punti nelle ultime 5 partite per i campani, con il 3-1 a Roma contro la Lazio di settimana scorsa a suonare come monito per la valenza dell’avversario. Senz’altro da non sottovalutare, insomma. Anche perché la Fiorentina i ‘jolly’ se li è già giocati abbondantemente, e specialmente in casa non sono richiesti passi falsi se davvero l’intento è quello di recuperare il terreno perduto. Poi il Milan di Pioli, a San Siro, partita da giocarsi comunque con la consapevolezza di poter mettere in difficoltà anche le grandi del campionato. Farlo con tre punti in più in cascina, e con la quinta vittoria di fila (che vorrebbe dire sorpasso sulla Salernitana e ‘parte sinistra della classifica‘, soglia psicologica non poco sentita), darebbe senz’altro più fiducia.
SI ALZA IL LIVELLO. Sullo sfondo, poi, lo Sporting Braga, sorteggiato dall’urna di Nyon come avversario agli Spareggi di Conference. Una squadra che rappresenta ormai da anni la quarta forza di Portogallo, dietro a Porto, Benfica e Sporting Lisbona, anche se ad oggi in classifica è perfino sopra ai biancoverdi gemellati con la Fiorentina. Dal capitano e bandiera Ricardo Horta, reduce da un’annata con 23 gol e 10 assist e destinato ad andare al Mondiale con il Portogallo, ai 22enni attaccanti Vitinha (8 gol in stagione) e Abel Ruiz (scuola Barcellona), da Banza (colpo più oneroso dell’estate – 3 milioni – e rivelazione dell’ultima Liga portoghese) al mediano Musrati, passando dai veterani Paulo Oliveira e Matheus e dall’ex Genoa Medeiros, senz’altro il livello si alza rispetto alle avversarie incontrate fin qui. Nell’ultimo decennio il Braga si è distinto per tante cessioni di livello, da Trincào al Barcellona (per 31 milioni) a Paulinho allo Sporting (16 milioni), da Rafa Silva al Benfica (16 milioni) a Pedro Neto alla Lazio (circa 11 milioni), da Pizzi all’Atletico Madrid (quasi 14 milioni) a Carmo nell’ultima estate al Porto per 20 milioni. Più svariati giocatori ceduti tra i 5 e i 10 milioni ogni estate, per un club nel frattempo diventato un habitué delle competizioni Uefa negli ultimi 20 anni, tra Coppa Uefa, Europa League e qualche apparizione Champions. Non a caso è 37° nel Ranking Uefa, seconda tra le squadre della fase finale della Conference.
IL ‘PICCOLO PSG DI PORTOGALLO’. Negli ultimi tempi però qualcosa è cambiato, con la prospettiva di un salto ulteriore per il club di Braga: la Qatar Sports Investments – la holding che controlla il Paris Saint Germain – ha fatto il proprio ingresso nella società portoghese, acquisendo il 21,67% del club a metà ottobre. Lo stesso Nasser Al-Khelaifi, Presidente della Qatar Sports Investments e del PSG, si era detto determinato a sviluppare ancor di più “un’istituzione portoghese esemplare, con una storia orgogliosa, un’enorme ambizione e una reputazione di eccellenza dentro e fuori dal campo”. “Crediamo che questo sia l’azionista giusto per accelerare la nostra crescita ed espansione, aiutandoci a realizzare il nostro straordinario potenziale”, aveva fatto eco Antonio Salvador, presidente del Braga. Insomma, il Braga si appresta a diventare il ‘piccolo PSG di Portogallo’. Che poi, quanto ‘piccolo’ si vedrà, ma comunque quello invernale sarà anche il primo mercato con nuovo assetto societario, e non è escluso che i portoghesi possano rinforzarsi ancora. Stessa cosa può però riguardare, ovviamente, la Fiorentina, che nella lunga sosta per il Mondiale dovrà mettere a punto anche le strategie per il mercato. Se da una parte chi ha giocato poco potrà magari andare altrove (come Zurkowski, Maleh e Ranieri), dall’altra qualcosa potrà essere fatto se l’intento sarà quello di recuperare terreno in campionato e restare competitivi in Europa. Incognite e variabili di uno Spareggio che si giocherà fra tre mesi, con nel mezzo una pausa inedita per il Mondiale qatariota. Un avversario di livello, il Braga, ma ad oggi la Fiorentina se la gioca senz’altro (almeno) alla pari. Ed è anche il bello di misurarsi in campo europeo. Intanto il presente, con l’imperativo di continuare la marcia giusta. Vietato fermarsi contro Piatek e compagni.

Di
Marco Pecorini