
Dopo la vittoria a La Spezia, arriva il bis a Genova contro la Sampdoria. Bonaventura e Milenkovic trascinano una squadra più concreta che bella
Bene, bravi e, per la prima volta in questo campionato, bis. Dopo La Spezia, Genova. Altra trasferta, altra vittoria. Soprattutto, ennesima conferma di aver (finalmente) svoltato. E non è (solo) questione di risultati. In questo filotto di successi (quattro, considerando la coppa) c’è soprattutto la certezza di aver ritrovato la giusta mentalità. E nel calcio, si sa, nasce tutto da lì. Scrive il Corriere Fiorentino.
L’importante, adesso, è andare avanti così
Affrontare anche la Salernitana con questo spirito. Per poi presentarsi a San Siro con l’animo leggero, il vento in poppa. E attraversare la lunga pausa Mondiale con una classifica magari non esaltante ma, se non altro, buona abbastanza per sperare di poter ancora lottare per tornare in Europa. Una vittoria, quella di ieri, figlia di quella nuova identità che Italiano ha inseguito a lungo. Ma che alla fine, anche grazie ad un costante confronto col gruppo, pare aver trovato.
Negli uomini, nell’atteggiamento tattico e (appunto) nella mentalità. Avanti col 4-2-3-1 quindi, e con quel modo di stare in campo che, già da qualche settimana, sta caratterizzando la sua creatura. Meno spettacolare, forse, ma sicuramente più efficace. Meno palleggiatrice, ma più diretta.
Se la Fiorentina arrivava a Marassi con tre vittorie di fila alle spalle era anche grazie a queste nuove qualità. E il gol dello 0-1, dopo nemmeno cinque minuti, è stata la perfetta rappresentazione di questa mutazione. Strappo alla Leao di Kouame, due passaggi, arrivo a rimorchio del trequartista (Bonaventura) e palla in buca. Così è, oggi. Una squadra che difende con un modulo (il 4-3-3), attacca con un altro (il 4-2-3-1). E che, rispetto al passato, aspetta che si creino gli spazi per attaccarli più che cercare, insistentemente, di crearseli col possesso.

Di
Redazione LaViola.it