Per il tecnico viola gli esterni sono fondamentali, ma nei primi tre mesi di stagione non li ha mai avuti nelle migliori condizioni
Con le ‘ali tarpate’. E’ proprio il caso di dirlo. Perché per Vincenzo Italiano i guai sugli esterni sembrano non finire mai. Sottil sembrava vicino al rientro, ma starà fuori anche a Genova. Stessa cosa per Gonzalez, tornato in gruppo ma ancora non al meglio per partire con i compagni. Se ne riparlerà per la Salernitana, specie per l’argentino. Ma il bilancio fin qui è stato di una Fiorentina che ha giocato sempre senza almeno un esterno offensivo.
PRIMA IL TALLONE, POI LA COSCIA. Un problema grande, per una squadra che basa tanto della sua forza proprio sull’inventiva delle ali d’attacco. Gonzalez si era fatto male in estate contro il Betis, e fino a metà ottobre è partito titolare solo nella gara d’andata con il Twente. Quattro minuti finali nella prima di A con la Cremonese, 14′ contro l’Empoli e 18′ contro il Twente in Olanda. Quasi sempre a ritmo ridotto però, a causa dei fastidi fisici che non gli hanno dato tregua. “Ha avuto un problemino al tallone, gli dà fastidio. Un giorno sembra superato, poi il dolore torna”, disse Italiano a inizio settembre. Il ritorno, con gol, contro il Verona il 18 settembre, il viaggio in Nazionale (pur senza giocare) e altre due partite saltate. Poi la lenta crescita fisica, la doppietta con gli Hearts e il nuovo infortunio, stavolta muscolare alla coscia, in avvio contro l’Inter. In totale solo 10 partite giocate su 20, ma solo 3 per più di un tempo. E appena 389′ totali su 1800 a disposizione. Con l’ombra del Mondiale all’orizzonte, in diversi si sono chiesti se magari, a volte, potesse essere preso qualche rischio in più per aiutare una Fiorentina più volte in difficoltà.
LO STOP DI SOTTIL. Nell’avvio complicato di Gonzalez, Italiano aveva poi scoperto un ottimo Sottil. Accelerazioni, strappi, tre assist. Poi lo stop, improvviso, e le partite saltate che sono diventate ormai 10. Undici con quella di Genova. “Sottil non sta bene, non è ancora pronto, mi dispiace perché ha qualità diverse rispetto ai suoi compagni. Quando sarà guarito ci darà una grossa mano. Non riesce a recuperare il problema alla schiena, tutte le volte cerca di aumentare il ritmo e non riesce ad andare oltre”, disse Italiano un mese fa. Una risorsa venuta a mancare proprio quando iniziava ad essere preziosa.
ITALIANO COSTRETTO A CAMBIARE. E meno male che nel frattempo è ‘esploso’ Kouame, che da partente si è trasformato prima in ‘quinto esterno’, poi in giocatore imprescindibile. Ikonè è andato (molto) a sprazzi, Saponara si è visto pochissimo rispetto ai lampi della scorsa stagione. E così per Italiano le fasce si sono depotenziate a dismisura. A conti fatti, in tre mesi di stagione non ha mai avuto gli esterni al completo nella miglior condizione. Un limite non da poco, perché lo scorso anno il tecnico viola aveva basato molto del proprio gioco, e del suo 4-3-3, sulle corsie laterali. Dove voleva tanti giocatori da poter cambiare anche all’interno della singola partita, per avere interpreti sempre freschi in una zona di campo decisiva. Non a caso nelle ultime gare lo stile di gioco della Fiorentina ha iniziato a cambiare. Non solo a livello di numeri nel modulo di partenza, ma soprattutto nell’interpretazione. Mezzali più alte, esterni più vicini alla punta, a volte Jovic con Cabral davanti. Perse le accelerazioni e le caratteristiche, uniche, di Gonzalez e Sottil, Italiano ha dovuto insomma fare di necessità virtù. Ma il problema degli esterni probabilmente si risolverà solo con l’inizio del 2023.
Di
Marco Pecorini