
Il 2-1 del Picco è il primo mattoncino della risalita. Squadra con più voglia e carattere, un plauso sincero all’atteggiamento di Cabral
L’immagine finale che resta è la festa sotto il settore ospiti, festante come non lo si vedeva da 203 giorni in trasferta in campionato. Un’eternità, tanto che quel 2-3 di Napoli dello scorso 10 aprile somigliava ad una sorta di maledizione. Tabù sfatato, la Fiorentina riporta tre punti vitali a Firenze per guardare con un briciolo di fiducia alle prossime partite. Trasferta in Lettonia a parte, Sampdoria e Salernitana diranno molto sul cammino della Fiorentina anche ad anno nuovo. La trasferta in casa del Milan potrebbe dire ancora di più. Gara dopo gara, un passo alla volta.
Al Picco la Fiorentina è sembrata la stessa delle ultime uscite. Disattenta in difesa, poco ficcante in attacco. Ha avuto il merito di sbloccare la gara con Milenkovic, ma se la sfida è arrivata in bilico fino alla zampata di Cabral al 90’ il merito è tutto di Terracciano, ieri in giornata ‘San Pietro’. Se il portiere è il migliore in campo contro un avversario come lo Spezia (con il rispetto dovuto agli uomini di Gotti) vuol dire però che qualcosa ancora non va per il verso giusto. A cominciare dall’approccio, ed ormai è quasi una costante. Anche ieri la Fiorentina ha rischiato di andare sotto al primo pallone della gara. Jovic, attesissimo dopo la doppietta europea, si è fermato al palo. Sul piano tattico ha trovato conferma il cambio modulo. Italiano ha schierato i suoi con un 4-2-3-1 e nella ripresa ha provato di tutto (riportando anche Saponara a fare il trequartista) per vincere la partita.
Dicevamo, stessa Fiorentina a livello tecnico-tattico, ma non la stessa Fiorentina sul piano dell’atteggiamento e della voglia. Finalmente si è rivista una squadra che ha voluto vincere fino alla fine, ben sapendo che un ulteriore mezzo passo falso avrebbe contribuito a rendere ancora più elettrico l’ambiente.
Il gol di Cabral è il giusto premio per un ragazzo senz’altro in difficoltà sul piano tattico, ma professionista esemplare. Sta uscendo a testa alta da un momento totalmente negativo per lui. Lo ha fatto allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. Ci tiene da matti a far bene, ad aiutare la squadra. Adesso è completamente coinvolto da Italiano e i risultati si vedono. Non sarà mai, per caratteristiche, l’attaccante ideale di questa squadra, ma con quella voglia lì di entrare e spaccare il mondo può ritagliarsi un ruolo importante.

Di
Alessandro Latini