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De Siervo: “La politica odiava il calcio. Ora al governo chiediamo nuovi stadi per Euro 2032”

Luigi De Siervo Serie A

L’ad della Lega: “La Serie A è il bomber del sistema Paese, in passato il pallone era visto come un simbolo da abbattere. Invece siamo una risorsa. Combattere la pirateria deve essere una priorità”

Basta odiare il calcio: al nuovo governo, la Serie A chiede stadi nuovi per ottenere l’organizzazione degli Europei del 2032. La richiesta arriva da Luigi De Siervo, ad della Lega Calcio dal Salone Internazionale dell’Alimentazione di Parigi, affiancando l’Agenzia Ice per il Commercio estero e oltre 700 imprese dell’agroalimentare. Un abbinamento atipico, ma accomunato dalla passione per il Made in Italy: “L’idea – spiega De Siervo a La Gazzettaè semplice: la Serie A è l’unica piattaforma che può raggiungere 750 milioni di persone nel mondo. Ad ogni partita raccontiamo con quattro spot sui tabelloni led l’eccellenza italiana, tra cui il calcio. La Serie A è il bomber del sistema Paese. Portiamo visibilità ma è prestigioso per noi affiancarci a istituzioni qualificanti come il Ministero e l’Ice“.

COME TORNARE AL TOP. Il problema è strutturale con scogli giganteschi. Il primo è quello degli stadi. Il nuovo governo deve portarvi un’attenzione fondamentale. Non dobbiamo aspettare di avere l’Europeo per fare gli stadi, ma il contrario. È un problema atavico: senza infrastrutture adeguate anche le attività commerciali correlate non decollano. Poi, va combattuta la pirateria che in Italia nega un miliardo di ricavi a triennio. Risorse negate per trattenere campioni o farne venire altri. Torneremo re facendo tutti la nostra parte. Alla politica chiediamo che si sostengano i club che vogliono costruire i migliori stadi, come quelli del Real Madrid, o del Tottenham che in 25 minuti passa al terreno sintetico per gare di NFL o grandi concerti, ampliando il business. Servono regole per sostenere la nostra capacità di fare calcio“.

LA SERIE A. Abbiamo un campionato affascinante, conteso come solo la Premier League. Ma vent’anni fa, quando il mondo diventava globale, la Serie A era in cima in mondo e si chiuse su se stessa senza investire sull’estero. Solo quest’anno abbiamo aperto un ufficio a New York. Entro fine anno ne apriremo un altro ad Abu Dhabi. La battaglia non è persa, anche se è difficile riconquistare i tifosi che nel frattempo si sono appassionati ad altre squadre in altri campionati che hanno investito di più. Ma sono ottimista“.

MANCANO LE STAR. È normale si cerchino gli eredi di Messi e Ronaldo. Mbappé è un giocatore straordinario ma in Italia abbiamo campioni all’altezza, da Leao al Milan, a Lukaku e Lautaro all’Inter, a Vlahovic alla Juve. Anche quest’anno si lotterà fino all’ultimo per scudetto e coppa: così si genera interesse. Stiamo registrando record di presenze e audience. Il sistema è in salute, ma con un problema di regole, perché in passato la politica ha odiato il calcio, come simbolo da abbattere. Invece siamo una risorsa del sistema, come qui a Sial“.

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