
Che parallelismo c’è tra il celebre romanzo ‘Il nome della rosa’ e la situazione della Fiorentina?
Stat rosa pristina nome, nomina nuda tenemus. Che tradotto vorrebbe dire: l’antica rosa rimane (solo) nel nome, noi possediamo soltanto nomi nudi. Bene, questa frase misteriosa non è certamente farina del mio sacco ma in linea di massima dovrebbe avere qualche attinenza a quella che è la situazione attuale della nostra Viola, che tra mugugni e imprecazioni non riesce a dare la minima soddisfazione alla maggior parte dei tifosi. E allora ecco che iniziano le critiche, i suggerimenti e infine le arrabbiature per questa incredibile situazione, che poi tanto incredibile non è visto che si ripete ciclicamente o come negli ultimi tempi con una continuità esasperante ed avvilente.
Allora ecco che scattano quei meccanismi mentali che coinvolgono tutta la società viola nel suo insieme, a partire dal vertice estremo più alto a quello più basso, e che fanno muovere critiche, analisi indirizzate a scoprire le cause, i motivi e finanche l’assassino o gli assassini. Insomma ci mettiamo il saio e indaghiamo come fossimo dei novelli e perspicaci Guglielmo da Baskerville nell’anno del Signore MMXXII. Ora viene il difficile e Guglielmo non sa da che parte iniziare, e allora ecco che prova ad assegnare le parti che ognuno si merita in questo giallo moderno, molto moderno ma in fondo talmente antico da considerarsi noiosamente ripetitivo perché gli indiziati dell’assassinio perpetrato sembrano tanti ma nessuno appare quello decisivo, quello a cui imputare l’obbrobrioso delitto.
Come sapete tutti, la ricerca della conoscenza nell’anno 1327 era qualcosa fustigato dalla religione che si era preoccupata di mantenere lo status quo per dominare, la base filosofica pareva fosse un certo Aristotele e soprattutto tutti gli scritti religiosi, quindi andare oltre significava contravvenire ed essere visto come peccatore e condannato come eretico. Per nostra fortuna i tanti Guglielmo di oggi non devono rispettare regole medioevali e quindi si sperticano in mille congetture che come detto coinvolgono tutti e tra le diverse ipotesi formulate molte convergono sul bibliotecario Jorge.
Questo Jorge viene descritto come uno ossessionato che vuole nascondere ai media un libercolo di quel filosofuccio di Aritotele, dove egli scrive che la vita è gioia, divertimento e anche gioco, non solo religione, privazione e affarismo. Altri indiziati, che non legherò come sopra ad alcun nome reale ché tale non è mia intenzione, potrebbero esse Salvatore e fra’ Remigio, due confratelli di cui nasconderò le descrizioni per evitare esagerazioni che non è mia intenzione trasmettere.
Nel tornare alla realtà come vedete non faccio alcun riferimento a nomi ma a personaggi fantasiosi che ognuno abbinerà a chi pensa sia, secondo suo parere. La rosa è nuda, e chi la deve rivestire ed esporre non ne sarà capace ? Ma che colpa ha lei se si è ritrovata assemblata in tale maniera ? La proprietà ha posto persone capaci nelle posizioni fulcro, ed esse avranno libertà decisionale? I dirigenti saranno all’altezza del loro compito ?
Ecco che il nostro Guglielmo, individuati i capi di imputazione, ora dovrà vagliare la parte più importante: quella a cui affibbiare l’imputazione di assassino e anche quella dei complici. Sopra la panca la capra campa, sotto… Difficile trovare prima di ora un proverbio così scollegato e significativo di qualcosa. Ora un nostro atleta gli ha dato un senso: a lui piace campare sulla panca, e pensare che sotto la panca o in campo, camperebbe meglio e di più. Ecco allora che questo tizio potrebbe essere accusato di complicità.
Ora Guglielmo si sente stanco andrà a riposare per qualche giorno sapendo già che pur trovando il colpevole nulla potrà.
di Pizzulaficu

Di
Redazione LaViola.it