
Approfondimento sulla situazione in casa viola in un periodo in cui la squadra di Italiano fatica a trovare la via del gol
Migliorare la classifica migliorando il gioco è forse questa la formula che si addice, un poco sì e un poco no, alla Fiorentina attuale. Che un suo gioco lo ha, ma che non sempre la conduce ai risultati sperati o promessi. Cosa manca alla squadra non è la costruzione ma, come direbbero i tecnici, la finalizzazione. Scrive Sandro Picchi sul Corriere Fiorentino.
In tutti i reparti non affiorano punti deboli. Ma neanche punti forti. E così la Fiorentina di buona qualità, staziona nel mezzo del calcio e della classifica. La squadra non commette errori vistosi, i tre reparti se la cavano, i giocatori fanno il loro dovere. Ma un traguardo da raggiungere non si capisce quale possa essere. E così il campionato viola viaggia nella penombra con qualche lampo di luce. Giovedì spunta, accattivante e per fare rima anche preoccupante, la Conference League. Con la partita contro l’Rfs Riga. Una squadra della Lettonia che, sprizzando un po’ di ottimismo sulla consistenza sinceramente poco conosciuta dell’avversario, potrebbe o dovrebbe portare a un risultato non impossibile. Ma come diceva Trapattoni con il suo squillante linguaggio «non bisogna dire gatto fino quando non lo hai nel sacco».
Tornando al gioco della Fiorentina, né irresistibile né mediocre, ma comunque di buona o almeno discreta fattura
Si può anche dire che la prima qualità della squadra di Italiano è quella di puntare alla manovra collettiva. Coinvolgendo gran parte dei calciatori in campo. Attribuendosi una qualità costruttiva anche superiore ai propri mezzi ma che certamente la aiuta, indirizzando la squadra stessa verso il miglioramento. Ma questo campionato ha molte partite da disputare e molte cose da dire ancora. E forse anche molti rischi da evitare. Nell’attuale squadra della Fiorentina non ci sono giocatori mediocri, ma neanche leader. Ed è su questo miglioramento che la società — pensando anche allo stadio e al centro sportivo — probabilmente sta lavorando.
Fuoriclasse assenti, e senza di loro il viaggio è in seconda classe, col posto in piedi
Ma Terracciano è un buon portiere. L’infortunato Milenkovic un deciso difensore. Biraghi è un esempio di fiducia in sé stesso. Amrabat è all’improvviso affiorato come un buon costruttore. I più giovani si fanno notare. Ed è semmai in attacco che non tutto funziona. Si costruisce per loro, soprattutto per Jovic, ma si raccoglie poco. Soprattutto quando c’è da far entrare la palla nella rete avversaria. Che poi è lo scopo del gioco del calcio. Con qualsiasi modulo si scenda in campo. La Fiorentina produce tante azioni e tanti tiri, ma meno di un terzo di quei palloni sono indirizzati nella porta avversaria. Ed è un problema che Italiano deve affrontare.
Per quanto riguarda il campionato le ambizioni sono socchiuse. Ma qualcosa di gradevole potrebbe comparire visto che difesa, centrocampo e attacco, una loro caratteristica e una loro affiorata compattezza ce le hanno. E che in tutti i giocatori si nota la doverosa volontà di far bene. Il campionato ha ancora molte strade davanti, attenzione a non scivolare.

Di
Redazione LaViola.it