
Le considerazioni di Paolotto in vista dell’inizio del campionato
Anche se questa è ormai la regola, non riesco ad abituarmi all’idea di un campionato che prende il via quando il mercato è ancora in corso.
Capisco che tutto si evolve, ma una conseguenza è anche quella che in questo modo diviene ancor più arbitrario il rito che un tempo si officiava nei giorni precedenti l’inizio del campionato, cioè quello dell’esame delle varie squadre nei loro nuovi assetti e di una previsione sulle prospettive.
Solo l’abitudine rende difficile sottrarsi alla tentazione di ripetere la liturgia, anche se i movimenti di mercato possono ancora cambiare la situazione che abbiamo oggi sotto gli occhi.
Guardo quindi gli acquisti e le cessioni delle squadre di Serie A, e mi pare che i rapporti siano più o meno gli stessi.
In effetti è difficile avere un’idea dei giocatori stranieri appena arrivati, che – tranne poche eccezioni – sono conosciuti solo da chi segue con assiduità i campionati esteri.
Pochi possono oggi giudicare quale differenza potranno marcare Marcos Antonio nella Lazio, Kvaratskhelia e Kim nel Napoli, Alvarez nel Sassuolo, Vlasic nel Torino.
Sarebbe invece più interessante cercare di immaginare se il calcio italiano ci offrirà qualcosa di nuovo nella prossima stagione, se emergeranno soluzioni di gioco innovative, idee rivoluzionarie, nuove frontiere dopo tante rimasticature di vecchi schemi fatte passare per invenzioni geniali.
Ma anche su questo fronte devo dire che mi aspetto poco. Infatti non possiamo pensare a tanti voli di fantasia, perché la maggior parte delle squadre ha allenatori dalle idee ormai consolidate e adatte per tutti i gusti: Pioli, Inzaghi, Spalletti, Allegri, Sarri, Mourinho, Mihajlovic, Gasperini, Giampaolo, Juric, Nicola…
Anche il nostro ottimo Italiano non avrà più sorprese per nessuno. Anzi pare fra i più restii a innovare quel modello di gioco che ha messo su in pochi anni e che ha già applicato a varie latitudini.
Ci sono però degli allenatori nuovi, o quasi, per la Serie A che potrebbero farci vedere qualcosa di insolito, come i toscani Alvini della Cremonese e Cioffi del Verona, o come Zanetti dell’Empoli, il più giovane.
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Ma se guardo alla prossima stagione non riesco a limitarmi a queste rituali considerazioni, tipo chi vincerà lo scudetto, se faremo meglio o peggio dell’anno scorso, chi sarà la sorpresa del campionato, quali giovani emergeranno o cosa vedremo di nuovo.
Infatti, mi pare che si addensino dei nuvoloni neri sul calcio nazionale e internazionale. L’enorme bolla di sapone è in fibrillazione a varie latitudini e i primi segnali concreti vengono da Barcellona, ma anche da tante altre parti con la corsa a cercare di rimediare alle troppe follie degli ultimi tempi. In Catalogna non scoppierebbe una bollicina, ma un pianeta intero. Un redde rationem che una dissolutezza così prolungata ed esasperata nel tempo fa prevedere come ormai ineludibile.
Potrebbe esserci un big bang per un nuovo universo calcistico.
Anche per la nostra Fiorentina, che di per sé fortunatamente non ha problemi di questa portata, si avvicina il momento della chiarezza e delle decisioni sul futuro. Non si può stare coi piedi a mollo in mezzo al guado troppo a lungo. E ora il Viola Park sta per essere ultimato. Una persona pragmatica e concreta come Commisso ha sicuramente idee già formate a questo riguardo, e ce le farà presto conoscere con la sua consueta, e a volte rude, schiettezza.
Quindi ho proprio l’impressione che le novità da attendere con più trepidazione nella stagione che sta per aprirsi non saranno quelle che verranno dal campo di gioco, ma dalle stanze dei poteri decisionali e dal sistema del calcio nel suo complesso.
di Paolotto
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Di
Redazione LaViola.it