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Il Blog dei Tifosi – Dalla Fiorentina yè-yè alla Fiorentina jò-jò, per non parlare di do-dô

De Sisti e Jovic

Paolotto cerca un parallelismo tra la Fiorentina yè-yè del secondo scudetto e quella attuale del Viola Park

Senza troppi clamori, c’è un certo movimento nei ranghi giovanili viola, un movimento le cui motivazioni non sembrano fondarsi solo sul naturale maturare dell’età.

Sono partiti alcuni giovani che venivano seguiti con un certo interesse, come Corradini, Agostinelli, Egharevba, Frison, Dainelli. Alcuni in prestito, altri in via definitiva. Proprio in questi giorni sul Blog parlavamo dei due fratelli Fiorini, uno ormai ventunenne in prestito al Fiorenzuola, l’altro, sedicenne, che ha scelto di andare in Svizzera. Un po’ come Gollini che, alla stessa età, fuggì dalla Fiorentina, che gli aveva dato fiducia e lo tirava sù, per andare al Manchester United, lasciando un Corvino furioso.

Grazie ai nuovi rapporti con alcune società toscane, stanno però arrivando altri giovani, così che la prossima stagione potremo vedere gli effetti di questo rinnovamento – nel quale si potrebbero scorgere anche alcune bocciature.

Altri giovani sono a Moena, sotto osservazione: penso soprattutto a Pierozzi e a Bianco, entrambi utilizzati nelle amichevoli anche come esterni difensivi di destra in attesa di Dodô. Soprattutto Bianco ha di fronte, data l’età, una stagione decisiva che è anche quella della scadenza del contratto, e già per fortuna si parla di rinnovo. Ma a venti anni bisogna già essere in grado di far capire se si è carne o pesce.

Se le cose hanno una logica, dovrebbe esserci un legame fra questa attenzione al settore giovanile, che sta determinando un rinnovamento più accentuato del normale, e il prossimo inizio di attività del Viola Park di Bagno a Ripoli, fiore all’occhiello della società.

C’è però da chiedersi se possano bastare le strutture e le attrezzature materiali di un centro sportivo, all’avanguardia, o se per ottimizzare i frutti di questa importante realizzazione non si debba anche pensare, oltre a chi  dovrà guidarlo da un punto di vista manageriale, anche e soprattutto ai maestri che il calcio dovranno insegnarlo con profitto a tanti giovani fortunati.

Voglio sperare che la società ci stia già pensando. Sarebbe un tentativo di far rifiorire i fasti della Fiorentina yè-yè che preparò lo scudetto del ’69, in una prospettiva intelligente volta a preparare un futuro di ambizioni sportive alle quali poter concretamente tendere.

Allora c’era stato il blocco degli stranieri che aveva favorito la Fiorentina rispetto alle ricche del Nord che, se avessero potuto, non avrebbero esitato a ingaggiare i Pelè, gli Eusebio e i Beckenbauer. Oggi c’è un’altra situazione favorevole per una società sana come la Fiorentina: gli affanni economico-finanziari che non potranno non frenare le tradizionali big del campionato. Saggio sarebbe cercare di approfittarne.

Mi colpisce però la contraddizione con la ricerca del giocatore famoso, anche se in disarmo da tre anni. Mi riferisco a Jovic, che non è – anche a prescindere dal ruolo – il De Sisti sul quale Baglini nel ’66 investì una somma importante, perché attorno a Picchio ruotò la squadra per quasi una decina di anni. Mentre attorno a Jovic, se va bene, la Fiorentina ruoterà per una stagione sola. Se invece non andrà bene, a tutti quanti ruoterà ben altro e non per un anno solo ma per quattro anni di fila.

In fondo questo parallelismo fra la Fiorentina yè-yè del 1965 e la Fiorentina del Viola Park 2022 dimostra come si possa guardare, insieme, al passato e al futuro senza essere strabici, ma avendo anzi una visuale sicura e nitida.

di Paolotto

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