
Rocco54 prende spunto dal Deserto dei Tartari di Dino Buzzati per descrivere la condizione della Fiorentina e dei suoi tifosi
Prendo spunto dai “tartari” di Dino Buzzati, trasportati al cinema da Zurlini con un cast stellare.
Il tifoso viola, per come lo vedo io, è nella stessa situazione di quei soldati mandati a annoiarsi nella Fortezza Bastiani, in assenza di emozioni, nel loro caso, di nemici. Nel nostro di giocatori che ci soddisfino. Da troppi anni siamo isolati in mezzo a un deserto nell’attesa snervante e vana di vedere arrivare all’orizzonte le sagome di giocatori “degni di vestire viola” che scuotano i nostri sensi intorpiditi.
Il rischio che corriamo, se non lo abbiamo già subìto, è di assuefarsi e di trovare addirittura piacevole questa situazione, come nel caso del sottotenente Drogo, che dapprima voleva scappare da quell’ambiente statico, ma poi ne era rimasto affascinato. No, noi corriamo altri rischi, altre tentazioni ahimè. Una è di mollare e darsi a altre cose, ma come si fa, la Fiorentina fa rima con cocaina, eroina, anfetamina, e una dose di Fiorentina è come la somma di tutte e tre. Impossibile disintossicarsi.
E allora giù, ancora una volta appassionatamente a sperare di vedere spuntare questo e quell’altro giocatore all’orizzonte del mercato. C’è quello che crede di avere intravisto la sagoma di un campione sbucare da una duna, per poi cascare in depressione perché chi sta arrivando è proprio chi non avrebbe voluto vedere. C’è chi rinuncia a allungare la vista, forse disilluso o forse realista, e c’è chi è di bocca bòna e prende tutto come segno del destino. Ormai ci siamo fatti una ragione. Abbiamo capito che nel Deserto dei Dollari non transitano giocatori che infiammano il cuore del tifoso.
Nella Fortezza di Campo di Marte ci mandano mezzi soldati, reduci da infermerie, gente che a mala pena sa imbracciare un fucile, ragazzotti che sperano di fare il grande salto ma, se lo fanno davvero, vengono “spostati” in altri avamposti, oppure finiscono in posti ancora più angusti della nostra Fortezza. Nel Deserto dei Dollari il “comandante” si vede di rado, e quando arriva ce n’ha per tutti. La sua lingua taglia e cuce ma in pratica è più bravo a tagliare che a cucire. I buoni soldati che ha tagliato non sono stati rimpiazzati da gente di altrettanto valore. Alla fine conviene sperare che i nemici non si facciano proprio vedere all’orizzonte della Fortezza di Campo di Marte.
di Rocco54
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Di
Redazione LaViola.it